Il nuovo ponte di Genova, costruito a tempo di record, acquista un duplice significato, per l’architetto Piano “… è la ricucitura di un territorio ferito” per il Capo dello Stato Mattarella ” è l’Italia che si rialza” così come per il premier Conte. l’opera gigantesca, denominata “Genova San Giorgio”, è stata realizzata da 1.184 lavoratori che si sono impegnati, senza sosta, per chiudere i lavori prima del 14 agosto, giorno del crollo del ponte Morandi avvenuto due anni fa , che costò la vita a 43 persone. Un’impresa che sembrava impossibile per il tempo tra progetto esecutivo, costruzione delle campate in fabbrica e montaggio sulla palificata già realizzata in acciaio come lo è tutto il viadotto. L’opera, che si rassomiglia ad una nave pronta al varo, è diventata un simbolo, non solo della “ricucitura di un territorio ferito”, ma del lavoro italiano che riesce a fare miracoli per il tempo impiegato a costruire un’opera che avrebbe chiesto, in tempi normali, non meno di tre anni. Ne dobbiamo essere orgogliosi tutti di questo evento che ha ottenuto il riconoscimento del Presidente Mattarella e delle più alte autorità dello Stato e di quelle regionali, Presidente Toti e locali sindaco e commissario straordinario Bucci. Non a caso la presenza delle due bandiere, nazionale e di San Giorgio. Nemmeno a caso la presenza delle frecce tricolori, altro simbolo della capacità e preparazione della nostra aviazione, fino alle sirene del porto. Il viadotto di Genova è realtà e dal 5 agosto, fra due giorni, sarà aperto al traffico e libererà la città dalla presenza di veicoli d’ogni tipo e ridarà piena operatività al porto, scalo commerciale tra i più importanti d’Italia. Rimane il dolore per le 43 vittime, costernazione che non sarà sanata dai 3 minuti di silenzio. Ora possiamo e dobbiamo guardare avanti: “l’Italia si rialza” ed a questo appuntamento nessuno dovrebbe mancare dalle forze politiche di maggioranza e opposizione, da quelle datoriali e sindacali. Lo sforzo non può che essere comune come dimostrato dai 1.184 lavoratori che hanno puntato tutti insieme per conseguire un solo obiettivo, senza mai guardare l’orologio, spinti dall’orgoglio di terminare l’opera in tempi ristrettissimi, anzi proibitivi.