La politica è un’arte molto complsssa. L’incontro tra Pd e M5S apre una nuova pagina che annovera scontenti sia nel partito di Zingaretti e sia nel Movimento. Appare evidente che con la decisione di unire le forze dei due partiti per le elezioni locali non può che appannare sia la politica del Pd sia quella dei grillini. Il successo ottenuto alle politiche del 2018 dai 5S trova riscontro nelle parole del fondatore del Movimento ” Beppe”che promise agli elettori che avrebbe aperto le stanze del potere, nelle mani sporche dei partiti tradizionali, ” come una scatoletta di tonno”. Oggi la situazione politica è certamente cambiata ma arrivare ad un’alleanza che va, dal governo centrale agli enti locali, appare un passaggio pericoloso per tutti e due i partiti. E’ chiaramente una perdita di identità nel tentativo di non cedere al centrodestra, forse senza partita, alcune Regioni o Comuni, dove si voterà a settembre. I sondaggi non danno ragione nè a Zingaretti e nè a Grillo patron dell’alleanza. Il rischio è che gli elettori del Pd non vadano alle urne e quelli del M5S votino per altri candidati, sentendosi traditi dalle tante promesse fatte e non mantenute e da un’ alleanza innaturale. Non a caso il leader di Italia vera, senatore Renzi si è tenuto lontano da questo repentino cambiamento del Pd. Tra un mese e mezzo sapremo di più con i risultati delle regionali e comunali in mano.