E’ contro ogni logica il comportamento, dei troppi in quarantena che invece di rimanere in casa escono. Si crede non basti più, la denuncia e la minaccia di multe, ma occorre molto di più, semmai con veri e propri arresti domiciliari per in coscienti che mettono in pericolo ogni sacrificio affrontato, dalla stragrande parte della popolazione. Le forze dell’ordine ne pescano, una quantità crescente ed è la dimostrazione che la norma, varata dal governo non funziona. Si tratta di centinaia, se non migliaia, a non rispettare la quarantena, periodo fondamentale per cercare di alleggerire, le restrizioni imposte per una Pantemia che non è affatto finita ed anzi continua a dilagare, oltre i 188 Paesi colpiti. E’ ingiustificabile e offensivo, nei confronti dei tanti italiani che, da settimane, continuano ad essere ristretti tra le mura di casa. Norma che viene osservata anche da chi una vera casa non l’ha e vive, con la famiglia in pochi metri quadrati. Il comportamento di chi doveva osservare la quarantena e non l’ha fatto è una violenza intollerabile, con i quali fare i conti subito, visto che le raccomandazioni e le denunce, inoltrate dalle forze dell’ordine, non sono servite a nulla. Secondo i virologi non è un problema secondario, anzi dovrebbe essere primario nel controllo globale della salute della popolazione in quanto, la quarantena, è stata istituita proprio per evitare di infettare altri soggetti. A questo proposito va aggiunto che l’Oms sta rivedendo l’uso delle mascherine, alla luce di un nuovo studio. Le goccioline emesse da un colpo di tosse o uno starnuto, possono “viaggiare” nell’aria, per distanze molo superiori al metro. Per questa ragione è importate che tutti indossino e mascherine. Lo studioso infettivologo, Hey Mann, ex direttore dell’Oms, ha affermato e dimostrato che le goccioline, possono raggiungere anche i sei o otto metri, cioè una distanza fino ad oggi mai immaginata. Man mano che passano i giorni, aumentano anche le sperimentazioni, in tutto il mondo, per trovare un rimedio ad una situazione che si appesantisce e che va ad incidere, anche sull’umore e sul carattere delle persone. E c’è un episodio che va riportato, per richiamare tutti a lasciare quello che possono nel carrello solidale. A Bologna una ragazzina di appena 12 anni, questa mattina, ha telefonato ai carabinieri per dire:” Abbiamo fame e non abbiamo più nulla in frigorifero: aiutateci”. Una pattuglia ha raggiunto l’abitazione per sapere come stavano veramente le cose ed in effetti la bimba aveva detto il vero. Il padre aveva perso ogni compenso per il Covid – 16 e in casa non c’era cibo di alcun genere. La stessa pattuglia è andata a fare spesa, per tutta la famiglia, con un rifornimento per alcuni giorni. Certo i carabinieri hanno fatto quanto potevano ma, finchè durerà questa situazione e la politica non provvederà a far scattare forme di solidarietà generalizzata, peraltro in corso, chi può lasciare al Banco Alimentare dove c’è o, nel carrello solidale presente in tantissimi supermercati, generi alimentari acquistati per quanti non hanno nulla. Gli italiani si sono sempre distinti, in queste catene della solidarietà ma, in occasione del Covid – 19, stenta a decollare: manca qualche anello per farla funzionare a dovere. Il cibo non deve mancare a nessuno