Bruxelles – No al Mes del M5S insieme a Lega e FI. Sconcerto del Pd, Iv e LeU

Sul Mes, c’è stata una votazione a Bruxelles, che ha diviso la maggioranza che governa l’Italia. Il M5S lo aveva preannunciato “no al Mes”, cioè al prestito salva stati perchè significa consegnare le chiavi, dell’economia a commissari che avrebbero, tanto per iniziare, cambiato il welfare italiano, a partire dalla sanità gratuita per tutti. Il no del Movimento si è palesato, sia pure in ordine sparso, e si è trovato, manco a dirlo, con il no ampiamente previsto della Lega e di Forza Italia. Pd e Italia Viva, hanno votato per il sì al Mes, unitamente ad altre misure di aiuti per le nazioni in difficoltà, non solo per la ripresa ma anche per far fronte, alle istanze, delle organizzazioni sindacali. Malcontento nel Pd e Italia Viva che hanno visto, il Movimento, partito di maggioranza relativa al governo, respingere al mittente il Mes, definito più volte da Salvini:” Una vera misura da strozzinaggio”. Appare evidente che, la patata bollente ora è nelle mani di Peppino Conte, il Premier che dovrà affrontare, una complicatissima trattativa con l’Unione Europea e nel Parlamento nazionale che dettare le linee guida al Presidente del Consiglio, come avviene in ogni democrazia. Conte, non avrà davanti a se uno scenario dove potersi muovere liberamente: certamente non per il voto contrario, espresso oggi dall’opposizione ma per il no netto e deciso del M5S che è irremovibile: ” Il Mes – ha ripetuto Di Maio – non ci interessa e non deve essere introdotto in altre misure, di aiuti economici, completamente diversi”. Ma c’è di più la stragrande maggioranza dei Paesi, non è disposto a votare gli eurobond, guidati da olandesi e tedeschi che non hanno, alcuna intenzione, di accedere alle insistenti richieste di Francia, Italia, Spagna, Belgio, Slovenia, Grecia, Malta e Portogallo. Non è possibile prevedere se questo voto, che finirà il 23 aprile al Consiglio europeo, avrà dei riflessi anche a Roma. Certo è che, il segretario del Pd Zingaretti, ha attaccato Salvini e Berlusconi, evitando di mettere insieme anche il Movimento, ma certamente sarà rimasto sconcertato, per una conclusione di una votazione che vede il M5S, giocare su due tavoli: a Roma con Pd, Iv, LeU e a Bruxelles con Salvini e Berlusconi. Questa situazioni non sono mai piaciute al Pd, partito strutturato, che avrà difficoltà a spiegare alle varie segreterie provinciali e regionali come sis possibile avere alleati, come il Movimento 5S, che se decide va per la sua strada senza tenere in alcun conto di quello che pensano o vorrebbero gli alleati di governo. Dietro l’angolo non c’è una crisi di governo: sarebbe una follia in questo momento storico, con effetti peggiori del coronavirus, ma un irrigidimento delle varie posizioni non è probabile ma scontato.

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