Aria nuova nella diffusione dei dati sull’andamento dell’epidemia del coronavirus. Queste le cifre fornite dal bollettino della Protezione civile. I guariti sono 57.576 cioè 3.033 da mercoledì scorso. Un nuovo record, il secondo nell’arco di sette giorni. I malati sono 106.858, cioè meno 851, ed anche i ricoverati in terapia intensiva sono scesi a 2.287 con 117 pazienti in meno nelle ultime 24 ore. Rimane alto il numero delle vittime 464 da ieri contro ile 437 di mercoledì. L’indice di contagiosità è sceso tra 0,5 e 0,7, ritenuti molto importanti per la riapertura graduale delle attività tra il 4 e il 18 maggio. I decessi nel mondo hanno toccato i 190 mila ma si tratta solo di una stima e niente di più. L’organiz zazione mondiale della sanità ha dato il via, ad una storica e globale iniziativa per lo studio del vaccino, trattamento contro il nuovo coronavirus e per garantire accesso equo a tutti. La stessa Oms non ha mancato di insistere su ” liberalizzazioni” dalle mura di casa dei cittadini delle nazioni, così come avvenuto in Italia, con molta prudenza. l’Oms raccomanda di essere pronti a tornare indietro qualora, i contagi per i malati sul territorio, dovessero far aumentare gli infetti, verso quote non accettabili. Il capo dell’Oms Ghebreyesus non ha ottenuto, al suo programma, l’assenso degli Stati Uniti e della Cina che marcerebbero per conto loro, nella scoperta del vaccino o, di medicinali ad hoc, antivirus. In realtà la preoccupazione che l’epidemia possa riprendere vigore, non è condivisa da tutti gli esperti, i quali invece insistono di proiettare la sanità sul territorio, per trovare gli infettati con largo uso di tamponi. L’opinione pubblica, in tutto il mondo, si trova in una condizione molto difficile. Basta dare uno sguardo alla stampa o, trovare su Internet, le pagine dedicate al coronavirus, ormai infinite, per comprendere lo stato d’animo e le preoccupazioni che dominano le giornate, scandite da notizie in parte negative, anche se non mancano le positive. Quello che appare diffuso a livello planetario, meno nei Paesi dove la libertà non esiste, è che i politici devono tenersi lontano dalla sanità. E’ di oggi la notizia che ” strane polmoniti” erano, ripetutamente presenti nel Nord Italia ma, ai dubbi crescenti dei sanitari in più ospedali, “non piacevano ai politici” non si sa ancora se di Roma o Milano. Comunque, quello che appare più certo, è che avrebbero scelto di non allarmare i cittadini e danneggiare l’economia con notizie non certissime. La sanità richiede, estrema attenzione, una vera preparazione specifica per ogni settore e non ha nulla a che vedere, con la politica,generalmente intesa, che può vivere anche di parole, spesso vuote. Con questo non si vuole caricare la croce su nessuno, ma la realtà delle cose, fermo restando che, la democrazia è la migliore forma per governare che esista, deve correggere un difetto: riuscire a restare nei suoi confini.