Roma – Il Capo dello Stato solo, a nome dell’intero popolo italiano, celebra il 75° della Liberazione

Il 75° anniversario del 25 aprile, festa della liberazione dall’oppressione nazi – fascista, passerà alla storia per come questa importante giornata, della storia repubblicana è stata trascorsa. Per l’epidemia del coronavirus, ha rapprentare tutta la Nazione è stato, il Presidente della Repubblica che, con mascherina, scorta esigua  due corazzieri, protetti da mascherina, è salito sull’altare della Patria ed ha deposto una corona d’alloro al Milite Ignoto. Piazza vuota, traffico assente, si sono sentite solo, le note del silenzio che hanno dato  maggiore significato ad una celebrazione che doveva esserci ma, senza infrangere, le norme sanitarie del “tuttiacasa”. Il Capo dello Stato è salito fino al Sacello del Milite Ignoto, si è   soffermato per alcuni minuti, il tempo necessario anche, crediamo noi, per una preghiera: Mattarella è un fervente cattolico. Una Roma insolita, nemmeno curiosa. Affacciati alla finestra solo quanti abitano, nei pochi edifici privati, che si affacciano su Piazza Venezia. E non son sono mancate, le Frecce Tricolori, giunte all’appuntamento, quando Mattarella era all’altezza del Sacello. L’ Ampi non ha potuto organizzare nulla ed ha lanciato, un flash mob, per cantare tutti insieme, da balconi e finestre, l’inno dei partigiani italiani: “Bella Ciao” diventata, con il passare degli anni, il canto di tutte le resistenze esistenti nel mondo che si battono, contro le tante dittature ancora esistenti. Un 75° anniversario della liberazione estremamente significativa, celebrata da un solo uomo, che per carica che ricopre, ci ha rappresentati tutti. Gli italiani sanno bene, e chi è sopravvissuto conosce a quei giorni, il durissimo tallone delle SS tedesche, i 100 grammi di pane, i bombardamenti, i morti e le distruzioni. E conosce anche molto bene, chi ha cercato di riscattare il Paese, con truppe regolari italiane e partigiani, contro l’Italia ” repubblichina”  solo uno ” Stato” fantoccio nella mani di un pazzo come Hitler, l’austriaco, la ” bestia” che aveva persino inventato le leggi razziali, firmate anche da Mussolini e dal Re, che puntava alla eliminazione del popolo ebraico. Questo 75° non sarà dimenticato facilmente per l’assenza delle scuole, forze armate, alte autorità ma soprattutto per la mancata apertura dei tanti sacrari, dove riposano le vittime, di fucilazioni e torture d’ogni genere. Ma proprio in questa ricorrenza occorre fare ricorso al perdono: chi si è macchiato di orrendi delitti contro una popolazione civile schiavizzata che, ha avuto però il coraggio di resistere. E sì, la resistenza non riguarda solo i partigiani, ma un popolo  che ha subito, oppressioni e prepotenze, ma non ha aiutato nè l’invasore e nè chi, aveva aderito all’esercito della Repubblica di Salò. Un popolo ed una resistenza che unisce tutti: questa è la vera storia da far imparare ai giovani d’oggi.

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