Roma – No alle illusioni. Il Covid19 sta cambiando il nostro modo di vivere

Chiunque svolge un’attività, pagato o autonomo, è entrato nella convinzione, per necessità anche economica che il periodo dello ” staretuttincasa” sia terminato e che è urgente, per tutti riprendere il lavoro, senza più attese capaci solo di provocare, chiusure definitive o fallimentari. Inoltre c’è l’urgenza delle aziende che esportano e far fronte alle ordinazioni per non perdere una clientela, pronta a rivolgersi, ad altri mercati.  Non è cosa di poco conto se si considera che dagli uffici, alle scuole di ogni ordine e grado, fino alle università, con il trasporto,  praticamente paralizzato come conseguenza logica. Se gli italiani sono in casa, autobus e metro, non trasportano passeggeri, e in alcune città funzionano a richiesta e si muovono in abitati spettrali. Pochissimi i pedoni, per lo più davanti a supermercati, poste o istituti bancari in attesa di avere un accesso centellinato. In questa condizione davvero spaventosa c’è chi tenta di immaginare un futuro prossimo: con spiagge stracariche di turisti ed indigeni, alberghi pieni così come ristoranti, pizzerie, pub, caffè e bar.  C’è chi ordina casotti nuovi o carrozzelle, con cavallo, per percorrere le stradine di montagna. Questo futuro, che ovviamente tutti vorremmo poter vivere, non esiste e per un tempo che nessuno è in grado di prevedere. Dobbiamo avere il coraggio di ammettere che, il coronavirus, ha cambiato il nostro modo di vivere in piena libertà, al mare come in montagna, nelle città d’arte come negli stupendi borghi, segni tangibili di una civiltà arcaica. Dobbiamo guardare al futuro con nuove regole fondamentali, non solo per salvaguardare la nostra salute, ma anche quella dei nostri figli e nipoti. Ceto guardiamo al recente passato con rammarico: potevamo goderci meglio e di più il tempo in cui, questo demone non si liberasse, dall’animale che l’ospitava, per uccidere non soltanto persone ed economie ma costringendoci a non poter più progettare le nostre gite o, le tanto attese, ferie. La realtà che oggi ci circonda non è nemmeno paragonabile all’ultimo conflitto mondiale. Chi ha vissuto quel periodo, durissimo, racconta la fuga nei rifugi ad ogni allarme, la penuria di cibo, la difficoltà di vivere quotidianamente in difficoltà. Ma si sapeva chi era il nemico, come comportarsi e riuscire a godersi una gita, al mare o in montagna, senza il pericolo di un contagio che può avvenire, ad ogni piè sospinto semmai incontrando un ” untore” senza che sappia di esserlo. Meglio non immaginare o progettare nulla, oggi come oggi, speriamo molto nella scienza e nell’uomo che è riuscito, anche con mezzi di studio e laboratori molto meno attrezzati di oggi, a sconfiggere mali orribili. Aiutiamo tutti la scienza, evitiamo gli assembramenti in luoghi chiusi, accontentiamoci della passeggiatina intorno casa e aspettiamo il novo modo di vivere che si sta già cominciando a palesare. Forzare i tempi o immaginare l’impossibile non può che farci soffrire di più. L’uomo si adatta a tutto ora però vorremmo vivere come lo si poteva fare solo un pugno di mesi fa.

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