Sale il numero dei guariti ad oggi sono 79.914 con un incremento, tra ieri ed oggi, di 1.665 persone. Purtroppo rimane ancora alto il numero dei decessi su quali ci sarà molto, da discutere, ma solo nei mesi a venire. I morti infatti anche nelle ultime 24 ore sono stati 474 portando, questo triste conteggio, a 28.710. Diminuiscono anche i casi che necessitano di terapia intensiva oggi 1.539 cioè meno 39. La Protezione civile nel suo bollettino precisa anche che nel conteggio totale i trattati dalla sanità pubblica: tra guariti, positivi e vittime sono state ben 209.328 persone, un numero impressionante, se si considera, come si è sviluppata l’epidemia, assolutamente non prevista. Ma questa situazione ha messo in evidenza come la nostra sanità non è duttile come dovrebbe essere, che gli edifici sono stati costruiti senza possibilità di adeguarli a casi, come ad esempio la pandemia, che si è sviluppata in modo violentissimo, particolarmente in aree del Paese ritenute, da un punto di vista sanitario, all’avanguardia. Peraltro cosa reale, ma solo per una normale routine, non per casi eccezionali. Un modello quello sanitario italiano, che pur non negando l’accesso a nessun paziente che ha bisogno di essere ricoverato e curato, ha ora da studiare ed attuare, un nuovo modello capace di reagire prontamente ad ogni esigenza. I tempi, sono fissati dalla sconfitta del Covid-19, dopo di che, non si tratta solo di strutture ma anche di personale da tempo insufficiente dai medici agli infermieri. Così come è impensabile che gli ospedali non abbiano terapie intensive sufficienti, calcolate sulla base del bacino di utenza e non sia dotato, di indumenti speciali, per ogni circostanza come avvenuto per la pandemia che non è affatto finita. E nessuno può chiedere al personale sanitario che vada allo sbaraglio, infettandosi e semmai perdendo la vita, per carenze dei vertici. Fatti accaduti che vanno analizzati, non già dai politici ma con i politici, ed una parola in più che spetta, ai sanitari veri e preparati e non giunti all’apice, di carriere importanti, solo per raccomandazioni. La sanità è l’attività più seria da trattare e la politica deve capire che deve fare passo indietro. Se non lo farà, non avrà capito nulla delle responsabilità che si è assunta fino ad oggi, per subire processi anche soltanto morali.