In Italia fiato sospeso, non solo per i cittadini ma anche er gli scienziati. Oggi è stata una giornata positiva ma per dire cosa ci riserva il futuro, sia l’Istituto Superiore di Sanità e sia l’Oms, hanno detto che per sapere come andranno le cose occorrerà attendere da un minimo di sette giorni fino al 18 maggio. Se il comportamento degli italiani rimarrà quello che hanno mostrato oggi è molto probabile che sarà possibile convivere con Covid – 19 fino alla inoculazione del vaccino. E c’è anche un’altra raccomandazione dei vertici della sanità: gli ospedali non diminuiscano i posti di terapia intensiva e lascino, dopo averle sanificate le strutture per il Covid -19 così come ora sono attrezzate e dislocate. Tutti si augurano che on ci sarà un’altra ventata di infezioni e decessi, ma proprio perchè nessuno può prevedere cosa accadrà si lasci la struttura sanitaria, pronta ad una nuova emergenza. Ad un intervento per cambiare ci sarà tutto il tempo necessario ma in condizioni di maggiore tranquillità. Così come i vertici della sanità in Italia, come altrove, stanno già studiando il nuovo modello che non potrà più essere l’attuale, tropo rigido tanto da mettere in serio pericolo quanti avevano necessità di altre cuse che non avevano nulla a che vedere con il Covid – 19. Appare evidente che davanti ad una catastrofe del genere, gli ospedali hanno ridotto al minimo ed anzi evitato interventi di ogni tipo per dare priorità alla Pandemia che po teva provocare altri decessi, in reparti completamente diversi. La sanità pubblica, tanto penalizzata in precedenza, ha dimostrato di avere del personale che, dopo il primo momento di smarrimento nell’affrontare un nemico, così temibile quanto sconosciuto, ha ripreso le redini in mano pur senza gli indumenti speciali per evitare l’infezione e il possibile decesso ed ha assistito i pazienti, con rara dedizione. Questa è storia che non va dimenticata nè dai vertici della sanità, in questo caso parlo dei politici e nè nella preparazione di medici e personale infermieristico che deve conoscere come affrontare le tantissime malattie, molte delle quali, si sviluppano proprio nei nosocomi. Ed infine occore che la politica faccia un vero passo indietro e che il personale da assumere sia molto preparato compresi i tanti primari promossi solo perchè di una parte politica. Non è un discorso da rimandare: molte intelligenze preparate per servire la sanità e quindi ci cittadini sono state bistrattate per far posto a qualche ” galoppino” elettorale che poteva, se andava premiato politicamente, andare a scalar qualche poltrona ma non interferire nel mondo della sanità dove, se c’è chi non capisce e sbaglia, manda il paziente all’obitorio. Non è un problema di oggi ma, in tutta Italia, è stato più volte sollevato trovando però un muro retto da politici senza scrupoli. E’ arrivato il tempo di cambiare e non c’è tempo da perdere: il problema è vastissimo e questa Pandemia, si crede abbia aperto gli occhi a chi avrebbe preferito, collocare l’amico o il politico dello stesso colore, ma impreparato a creare soltanto guai, dico guai. Negli ospedali e fuori da quelle mura, tutti sanno ma pochi parlano.