Brusaferro, nella sua massima funzione sanitaria, ha detto chiaro e tondo ai parlamentari che, il il Covid-19 è in mezzo a noi e che i rischi per l’accelerazione delle attività produttive e commerciali è un rischio. Lo scienziato capisce i motivi economici dello Stato, grandi, piccole e medie industrie di operare, comprende anche le motivazioni economiche che spingono, commercianti e artigiani a riaprire i battenti, ma non manca alla sua funzione: attenti! Anzi molto attenti in quanto il virus non è stato, colpito o debellato,e potrebbe tornare ad infettare ed uccidere. “Gli immunizzati sono ancora pochi e l’epidemia potrebbe riprendere vitalità, forse solo in alcune zone, ma riprendere e creare seri problemi. E’ giusto che, Brusaferro, l’abbia detto: qui si parla di una Pandemia, in piena espansione, anche se gli ultimi dati in Italia, si sono rivelati confortanti. Ma, questo è avvenuto, con una popolazione ristretta in casa e con circa il 15 – 20% autorizzato a muoversi per il necessario e in ambito, prevalentemente regionale. Insomma, i decisori, si sono attenuti alle indicazioni dei vertici della sanità e il risultato c’è stato ma su una ” fetta” ristretta di popolazione. Ora le cose stanno cambiando e lo stesso governo non riesce più a mantenere gli italiani, nelle loro abitazioni. Inoltre ci sono motivi economici: senza produzioni e incassi il sistema Paese non regge più così come non è possibile rinviare ancora il Dl dello scostamento dal Bilancio, di 55 miliardi, per dare ossigeno alle attività che o vengono aiutate al riavvio o si verificheranno, fallimenti e chiusure a catena, con conseguente disoccupazione. I rinvii di questo governo, va sottolineato, sono diventati maggiori delle decisioni assunte. Un errore perchè man mano che passe ranno i giorni ci saranno, forze politiche o gruppi di pressione, che chiederanno altre modifiche per rimettere tutto in discussione. A Brusaferro che nella sua illustrazione ha lanciato avvertimenti, peraltro positivi e nell’interesse degli italiani c’è stata, indirettamente, la risposta del Capo della Protezione civile Borrelli:” La struttura della Protezione civile è pronta ad intervenire, per tornare dove e se sarà necessario, alla fase uno. In questo quadro di profonda incertezza ci stiamo muovendo tutti nessuno escluso. Si attenderanno ancora 10 giorni per la terza fase? E’ difficile dirlo viste le pressioni sul governo non solo da parte delle tantissime categorie ma anche dei governatori e sindaci: tutti sono per la ripartenza immediata del Paese. Il rischio c’è: se Conte continuerà a rinviare, le attività riapriranno senza nessuna autorizzazione, e per un esecutivo democratico, superato dalla volontà popolare, sarà molto difficile intervenire-