Il Premier Conte, stretto tra problemi che potrebbero, se non trattati con attenzione e velocità, portarlo alla crisi del governo due. Il Pd, ha deciso, dopo tanto, di non fare la comparsa ed ha chiesto, questa volta con maggiore decisione: un nuovo Dl scuola, affrontare concretamente il problema sburocratizzazione, far partire gli investimenti, senza ulteriori tentennamenti o rinvii, così come avvenuto fino ad oggi ed infine di utilizzare il Mes, ormai depurato, somma importante che in questa situazione, affermano nel Pd aiuta. Ma il Premier se da una parte trova, Pd e Iv, che chiedono con forza, l’ok alla loro strategia e invitano Conte a mettere finalmente le ali ai piedi, c’è il M5S, frantumato al suo interno, che per la maggior parte dei parlamentari è contrario al Mes. Ed anzi, accusano gli alleati di governo, di volerli dividere ancora. Il Mes, nella maggioranza, sembra diventata la linea del Piave. Tra chi vuole ottenere subito dei risultati c’è Italia viva che ha, necessità assoluta di riguadagnare quel 5,5% che ha perduto, da un paio di mesi a questa parte. Le richieste di Renzi sono così riassumibili: basta al rinvio dei lavori per le infrastrutture finanziate ed approvate per un importo che è di circa 65 miliardi, un assurdo incredibile, che prosegue per il no del M5S. Attuare una vera politica per la famiglia, che gira e rigira, non viene attuata. Poi per Italia viva ed il suo leader Renzi c’è il problema giustizia accantonato e che riguarda la prescrizione, fumo negli occhi per il ministro Bonafede, e i tempi del processo, anche questo, altro argomento ” addormentato” e messo da parte. Davanti a quest’ultimo problema Conte è di spalle al muro: o firma, il documento concordato oppure, il leader dell’Italia viva, suggerirà ai suoi parlamentari di votare, la mozione presentata dalla Bonino, già sottoscritta da senatori di FI e da altri senatori. Certo la via d’uscita c’è: si dovrebbe dimettere il ministro per la Giustizia Bonafede indisponibile a trattare. Cosa impensabile in casa pentastellata. Renzi non ha nessuna intenzione, questa volta, di concedere altro tempo perchè la politica si fa, su fatti concreti e non con i rinvii tattici. E Italia viva dovesse andare per la sua strada e davvero votare la mozione Bonino, per l’esecutivo non ci sarebbe un domani. Non a caso lo stesso Conte, lo ha affermato pubblicamente:” So bene che c’è chi lavora per mandarmi via” ed è verità nota a tutti. Ma c’è da chiedersi una crisi oggi, con questi parlamentari che vogliono arrivare a fine mandato, avrebbe un solo un risultato: cambiare il premier e nemmeno la maggioranza, senza fare ricorso ad un governo di unità nazionale che Renzi, ha sempre rifiutato. Situazione, complicata che si sta incartando da sola. Ma tirare a campara tra tanti rinvii è ormai impossibile: o l’Italia riparte veramente oppure gli elettori pagheranno un prezzo elevatissimo.