Il governo rischia se tutte le forze che concorrono, a farlo sopravvivere, non troveranno delle vie di mediazione, parte integrante di ogni tipo di politica, con l ” P” maiuscola. Torna sul tavolo il problema della prescrizione, la riforma del processo penale, con tempi prestabiliti: brevi ma anche certi. Pd e Iv, dopo il superamento del voto di sfiducia al Guardasigilli, ora chiedono la contropartita e sarebbe illogico che Bonafede o il M5S si opponessero, alle richieste degli alleati che hanno evitato, le dimissioni del ministro e una crisi di governo. Sul tavolo di Conte c’è il decreto scuola che vede, il Pd e il M5S, molto distanti su come riorganizzare il tutto. un settore estremamente importante, per gli impegni assunti dalle due forze politiche, nei confronti dei rispettivi elettorati. Infine, c’è il nodo gordiano sul futuro della Società autostrade. Come noto, il Movimento 5 Stelle, vuole la revoca totale della concessione. Il Pd e Iv sono per una linea meno dura: revisione della concessione e delle tariffe e il pagamento degli indennizzi alle parti lese, Stato compreso. Tutto questo, si pensa sarebbe trattabile, ma solo dopo l’ok del governo ad un prestito di un milione e duecentomila euro da concedere alla società che fa capo alla famiglia Benetton. La posizione del M5S è più che nota, ed è stata portata avanti direttamente da Di Maio: fuori dalle concessioni Autostrade il gruppo Benetton non più nella fiducia del Movimento, dopo il crollo del ponte Morandi a Genova e, mancate manutenzioni su tanti altri viadotti, man mano scoperti. Appare più che evidente che, tra i partiti della coalizione, soprattutto nel Pd, c’è una componente che, man mano che passano giorni, accarezza l’idea di andare al voto nell’anno, per sgomberare il capo da tensioni che affiorano sempre di più. Ma non si può nemmeno chiedere, politicamente parlando, al M5S di accettare la strategia tracciata dal Pd e Iv: per i grillini significherebbe, una sconfitta su tutta la linea, tanto da perdere ulteriore credibilità . La mediazione non sarà facile ma appare evidente che, il ministro Bonafede salvato, ora dovrà cambiare, toni e obiettivi, ed accogliere una prescrizione a tempo così come le altre riforme. Prima del voto del Senato, il ministro per la Giustizia, era più forte ora politicamente è molto più debole. Per le Autostrade fuori dalle concessioni, il problema è tutto nel M5S: deve prima trovare la soluzione prevalente al suo interno e, solo dopo, trattare con gli alleati di governo. Certo è che ci sono, ministri ed ex, che si sono lanciati ben oltre ogni ragionamento politico per consentire una ritirata strategica. Infine il nodo scuola vede il Pd molto deciso ed il ministro all’Istruzione in grosse difficoltà. Questa non è soltato una riforma ma è molto di più: l’istruzione è dominante su tutti gli altri problemi.