L’afroamericano, George Floyd, ucciso per soffocamento da un poliziotto che gli aveva piazzato, un ginocchio sul collo, per non farlo muovere, ha scosso profondamente l’opinione pubblica, non solo degli americani, ma del mondo intero. Migliaia di migliaia hanno partecipato alla commemorazione avvenuta al Santuario della North Central University. Un ultimo saluto, incredibilmente partecipato, da persone di diversissime etnie. Durante la prima celebrazione funebre già ne sono previste altre, il sindaco di Minneapolis , Jocob Tres è scoppiato in lacrime e si è inginocchiato davanti alla salma di Floyd. Una scena che non è sfuggita a nessuno, tanto che è sceso un silenzio totale, in segno di rispetto per un gesto non usuale. Il reverend, Al Sharpton, è stato durissimo e perentorio contro il Presidente Trump:” Non usi la Bibbia come strumento di propaganda”. Infine uno dei legali della famiglia di Floyd ha dichiarato:” Ucciso non dal coronavirus ma dalla pandemia del razzismo”.Intanto i 4 agenti in carcere, coinvolti direttamente o indirettamente, nella morte di George, hanno subito la doccia fredda del giudice che ha fissato, per la libertà provvisoria, una cauzione di 1 milione di dollari, a migliore dimostrazione, che sarà un processo molto combattuto con un giudice deciso a fare giustizia. La “macchia” , del soffocamento del dimostrante si va allargando con interrogativi che, allo stato sono soltanto inquietanti, senza alcuna dimostrazione concreta. L’associazione degli afroamericani è andata a spulciare, tra i deceduti di Covid – 19 ed per un sospetto: il numero degli infettati, dal virus che riguarda la loro etnia, sarebbe molto minore dei bianchi ma, il numero dei deceduti, molto superiore. Allo stato dei fatti, non c’è alcun aggancio a questi sospetti e non è, nemmeno immaginabile, che i sanitari dei vari ospedali avrebbero, aiutato a superare l’infezione da Covid – 19, più i bianchi che i neri. E’ un sospetto che va rifiutato, subito per ragioni morali. Questo è un momento delicatissimo, per gli americani che va rispettato: il decesso di George Floyd, e le manifestazioni di protesta, che si ripetono ogni sera, dovrebbero bastare, per imboccare la strada del riequilibrio, indispensabile per progettare, un futuro comune, tra le diverse etnie che hanno fatto grande l’America.