Il centrodestra, con una serie di errori a catena, iniziati con la crisi di governo ferragostana, scatenata da Salvini si è autocondannata ad un isolamento sterile. Errori politici ai quali va aggiunta, la nuova politica dell’Unione Europea molto più aperta alla solidarietà, con la Presidente von der Leyen. L’obiettivo è chiaro: riprendere la strada dei padri fondatori dell’Unione, concedere spazi ed aiuti economici agli Stati membri, non governati da nazionalisti, puntare ad una cresci ta in abito occidentale ma, senza chiudere ad espansioni economiche, verso oriente. Da questa strategia, la parte di centrodestra nazionalista , anti europea e anti euro, è tagliata fuori. Non è affatto un caso che Berlusconi, presidente di Forza Italia, gioca su più tavoli. Per le regionali sì ad una alleanza con Lega e FdI: la presenza sul territorio è molto importante, per una formazione, in crisi. Ma, lo stesso uomo politico, voterà con le forze politiche di governo di centrosinistra che prenderanno dall’Unione Europea, tutto il denaro offerto, Mes compreso, cioè la quota salva Stati, girando le spalle a Salvini e Meloni. E il cavaliere in Europa è ben piazzato, con i popolari, per gli ottimi rapporti politici e personali che ha saputo salvaguardare. In questa situazione, ai leader della Lega e di Fratelli d’Italia, non rimane altro spazio che cercare di conquistare regioni e Comuni, alle prossime amministrative che si terranno, se non ci saranno ricorsi accolti dal Tar, a settembre. Allo stato delle cose, anche la profonda crisi del Movimento 5 Stelle non sembra possa spostare, consistenti quantità di voti verso un centrodestra che trova, sbarrata la strada dall’UE e in Italia da un governo che non brilla in efficienza, ma che non consente, altre maggioranze, in questa legislatura. Ed infine c’è un’altra considerazione importante: gli attuali parlamentari, eletti nei vari partiti, non hanno alcuna intenzione di andare ad elezioni anticipate in quanto sanno, specialmente nel M5S, che non sarebbero rieletti. Una democrazia bloccata da rinvii, veti e controveti che non consentono molti movimenti ai partiti.