Bruxelles – Finanziamenti e prestiti: operazione difficile per culture diverse.

L’Unione Europea è un’insieme di Paesi con culture molto diverse tra loro e, davanti a cambiamenti epocali, come la solidarietà, ci sono resistenze che non appaiono facilmente eliminabili. Ci sono governanti, non solo nazionalisti, che non credono a questo valore alla base, di ogni comportamento, per Stati che hanno deciso di aderire e condividere, il presente e il futuro dei singoli Paese, nel contesto dell’Unione. Il Regno Unito, che non aveva mai partecipato a soluzioni che limitassero  la  sovranità monetaria, ha compreso che partecipava ad una Unione che, necessariamente poneva dei vincoli, ed ha deciso di uscire. Ha sbagliato? Certamente sì, vista la situazione economica mondiale, con la crisi creata dal coronavirus, nella considerazione che non c’è economista al mondo, che vede come può, un solo Stato, affrontare e risolvere ” cadute” nelle attività produttive e circolazione monetaria, senza patti o alleanze economiche. Ma, nonostante questa realtà che abbiamo vissuto solo in parte, ci sono Paesi ancorati ad un concetto antico, di come manovrare, il bilancio del proprio Paese. Investimenti, welfare, sanità e tanto altro ancora, voci suddivise, in un documento rigido, direttamente proporzionale alle disponibilità finanziarie prodotte, oltre le quali è impossibile procedere. Come vive il popolo, quale assistenza sanitaria ha, qual è la pensione, una miseria, dopo decenni di lavoro.  Non è un problema dello Stato ma del cittadino! Questi governanti, al di là della loro posizione geografica, non comprendono il concetto di solidarietà nei confronti di nazioni che devono, rilanciare l’economia per evitare un tracollo evitabile, per capacità, strutture produttive ed impegno. Tutte le aziende, anche le più grandi, hanno momenti in in cui hanno necessità di ottenere prestiti  dalle banche, per poi superare la crisi e restituire l’ottenuto. Nell’Unione Europea è un modo di agire talmente nuovo che sarà difficile farlo affermare. Va comunque detto che riguarda tutti gli Stati, non c’è nessun privilegio da ottenere, così come non c’è mai stato denaro dato gratuitamente. Vedremo cosa accadrà ma è una ” battaglia” molto complessa: deve maturare un modo vero di essere Unione, come non è mai accaduto in decenni di lavoro comune.

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