Il Premier Conte è impegnato nel tentare di far comprendere che, la proposta della Commissione è equa e ben bilanciata e che non sarebbe accettabile tagliare le risorse indicate. Il Presidente del Consiglio ha sottolineato che è ben costruita, anche la combinazione tra prestiti e sussidi e che i tempi, sono importanti e l’operazione si deve chiudere entro il mese di luglio, al più tardi, per ottenere la disponibilità del denaro, sin da quest’anno. Inoltre, Conte ha sottolineato che, ” la Commissione UE e la Bce, non hanno mancato l’appuntamento con la storia. Ora è il futuro e nelle mani Consiglio, per essere all’altezza della sfida e di dare un segnale politico molto forte”. “Non vogliamo tornare al pre – Covid e mantenere distinti i criteri di allocazione del quadro finanziario pluriennale – Conte – e quelli del Next Generation UE e considerare, queste due proposte, come componenti di un unico pacchetto indivisibile. Questo modo di agire consentirà all’Italia, un atteggiamento più flessibile su aspetti anacronistici, del quadro finanziario. Un avvertimento, non di poco conto, se compreso fino in fondo. “L’Italia sta lavorando – ha aggiunto Conte – ad un piano di investimenti e riforme per non tornare a una situazione pre – Covid ma per migliorare crescita e produttività”. Dal canto suo Sassoli, Presidente del Consiglio UE, ha sostenuto che rispondere, alle sfide a breve termine e guardare al futuro, con una visione strategica è l’ambiziosa proposta della Commissione sul quadro finanziario pluriennale – fino ad oggi – non all’altezza delle priorità di inizio legislatura. Non accetteremo passi indietro e, vogliamo soluzioni permanenti, sulle entrate del bilancio. E’ ancora possibile un accordo prestigioso che accontenti tutti”. Ma c’è da considerare che mentre, Conte e Sassoli, percorrono la medesima strada Michel, Presidente Consiglio UE, ha dichiarato quello che in effetti è vero” Su Recovery Fund e bilancio ci sono diverse visioni, su molti punti, ed è quindi necessario discutere nell’annunciato nuovo summit, previsto per metà luglio. In quella sede – ha proseguito Michel – farò alcune proposte per tentare di arrivare ad una decisione, avvicinando i punti controversi, in relazione alla ripartizione dei fondi e alle relative condizioni”. Questa situazione era ampiamente prevedibile. L’Italia sta conducendo una battaglia all’interno dell’Unione, mai tentata da nessuno. La solidarietà tra Stati, doveva essere data per scontato che avrebbe trovato una platea contrari a quella che viene considerata “…una ” novità pericolosa” per il bilancio UE e c’è chi sostiene, anche dei singoli Stati. Dare per certo che l’Italia otterrà tutto quello che ha chiesto ha due facce: può essere possibile ma anche impossibile. Ed è per questa semplice ragione che occorre molta decisione, di tutto lo schieramento politico nazionale, ma anche prudenzialmente, lasciarsi la possibilità di una programmazione meno impegnativa, ma pur sempre in grado, di disincagliare l’Italia da una condizione che vede, una coalizione approvare una enorme quantità di provvedimenti, quasi tutti bloccati per mancanza di risorse. Occorre il coraggio di essere leali con il popolo che va informato compiutamente, di quello che è possibile fare subito: per sviluppo e occupazione e quello che si potrà fare, solo in un secondo tempo. In questa fase Pd, Iv, Leu, M5S lasciano le briglie sciolte al Premier: questa può essere una strategia buona ma anche pericolosa. Tutto venga discusso, attentamente, prima in Italia ed in Parlamento e poi a Bruxelles. Questo sembra l’atteggiamento più saggio nel momento in cui, il partito di maggioranza relativa, sta subendo un terremoto molto forte al suo interno, seguito con attenzione ben oltre i confini nazionali. E infine la Merkel, senza stracciarsi i vestiti, ha tagliato corto sull’Italia che chiedeva il denaro entro pochi mesi. La Cancelliera ha dichiarato fondi?” Non prima del 2021″