E’ scoppiata la guerra per le regionali che, come noto, si terranno a settembre prossimo, cioè subito dopo le ferie estive. Il centrodestra ha raggiunto l’accordo, sui candidati presidenti e quindi Lega, Forza Italia e Fratelli d’Italia hanno sottoscritto il documento con nomi e cognomi. Questa mossa strategica, che ha visto Berlusconi, Salvini e Meloni chiudere il cerchio per le regionali, è servito anche per sbararre la porta, al tentativo del Premier Conte, di cercare di rompere il fronte del centrodestra, prima dell’incontro, chiesto all’opposizione, su uno scambio di idee ed opinioni, per il ” Cura Italia”. Il Presidente del Consiglio stava tentando di raggiungere un accordo separato solo con Berlusconi, ma il suo tentativo è stato vanificato nel giro di 48 ore. Ma se le regionali vedranno unito il Cd non sarà così per la coalizione di governo. Ettore Rosato, presidente di Italia viva, ha sparato a zero, contro il segretario del Pd, Zingarettti:” Certo – ha detto l’esponente renziano – noi ci presenteremo con nostre liste dovunque – la colpa è del vertice del Pd che ha già scelto i suoi candidati alla presidenza delle regioni, e le altre forze dovrebbero…solo seguire, le decisioni. Non è così che si opera in politica, se si vuole fare, una campagna elettorale insieme”. Immediata la reazione di Zingaretti il quale ha sostenuto:” E’ incredibile – ha detto il segretario Pd – si può governare l’Italia per quattro anni insieme ma non una regione o un comune, perchè c’è una motivazione strategica”. Ed Ettore Rosato, è rientrato in campo aperto ed in polemica, con Zingaretti:”… per il candidato per la presidenza in Liguria il Pd fa tutti gli accordi con il M5S, lo stesso ha fatto in Veneto e non c’è nessun obbligo di ricandidare gli uscenti. L’esempio viene dalle Marche dove, alla Ceriscioli è stata preferita una candidata nuova, la Mangialardi”. Dalla cosiddetta prima Repubblica è passato tanto tempo ma il modo di fare politica è rimasto identico. Se quello che afferma Rosato è vero, Zingaretti non poteva che attendersi dal partito, di cui è leader Renzi, una risposta adeguata al suo comportamento. Ma in politica tutto è possibile e non è detto che poi alla fine il Pd, cercherà di recuperare Italia viva. Una parte del M5S teme molto di finire come in Umbria e potrebbe non chiudere l’accordo, su tutte le candidature, anche perchè Di Maio, ormai sa bene che Di Battista e il suo numeroso gruppo, sta per scatenare la sua guerra, che non prevede tra l’altro, un accordo globale in nazionale, regionale e comunale con il Pd. Si ha l’impressione che l’estate per la politica italiana e per il governo sarà bollente.