Bruxelles – Crisi orribile! Ok von der Leyen se vero piano Marshall. Necessari i coronabond

Non c’è più tempo, per affrontare efficacemente l’emergenza economica, determinata dal coronavirus. Dalla Presidente della Commissione Ue von der Leyen, al Parlamento di Bruxelles a tutti i governi europei  dovrebbe essere squillato l’al larme rosso: o si interverrà subito per salvare lavoratori, piccole medie imprese, non escludendo alcune grandi industrie, con un vero Piano Marshall oppure, salterà tutto in aria: Unione Europea, economia, lavoratori e istituzioni. La crisi è gravissima e, quando la Presidente della Commissione afferma di aver mobilitato, con istituzioni e Paesi membri, 2.770 miliardi e che questo accade per la prima volta nella storia dell’Ue, dice il vero. Così  quando afferma che si possono mobilitare, 100 milioni di crediti per i lavoratori, è verità assoluta. Ma la Leyen deve chiedere, al suo staff di economisti ed ai Paesi colpiti così duramente dal Covid – 19, se questo enorme sforzo è sufficiente per evitare: movimenti di piazza e per rilanciare l’economia. Cioè, se l’intera somma mobilitata, non è capace di impedire il peggio, che è ormai è dietro la porta di più Stati, non è un Piano Marshall ma, un vano tentativo, di salvare il salvabile, del Vecchio Continente, oggi sotto il tetto dell’Unione. Certo è giusto che il ministro dell’Economia italiano, Gualtieri dica che la Leyen si sta comportando, almeno nelle intenzioni, bene. Ma il ministro all’Economia sa bene che, non basteranno i 200 miliardi per prestiti garantiti dallo Stato per coprire, il 25% del fatturato di tutte le imprese, con il 90% di garanzia. E se la Presidente Leyen ha ottenuto l’ok, per quanto fatto fino ad oggi, il ministro Gualtieri insiste, per l’emissione dei coronabond come risposta globale ad una emergenza economica straordinaria, che non ha precedenti. Insomma, per dirla in breve e per farsi capire anche da chi non è economista ma cittadino dell’UE: o si varano tutti i provvedimenti possibili, peraltro già discussi, nelle varie sedi istituzionali, oppure non ci sarà quell’effetto, moltiplicatore economico indispensabile per evitare un intervento fallimentare. I costi di questa crisi sono enormi e, sproporzionati alle capacità di reazione di tanti governi, forse di tutti, colpiti al cuore da un coronavirus, che non si sa ancora come combatterlo. E non si crede che, nessun esecutivo può essere disponibile a vedere il proprio popolo comunque al lavoro, ma rischiando di morire per la Pandemia. Oppure vedere tumulti alimentati da centinaia di migliaia di persone per chiedere, come accadeva in Italia negli anni ’50: ” Pane e lavoro”. Ecco: i governanti, a tutti i livelli, dall’Unione Europea fino allo Stato più piccolo non possono che fare, fronte comune e trovare le risorse necessarie, per risalire la china che oggi si può chiamare recessione ma che potrebbe diventare, la tanto temuta, depressione.

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