La Commissione dell’Unione ha iniziato, le prime valutazioni sui danni prodotti dal coronavirus, all’economia di tutti i Paesi membri. Non c’è da farsi illusioni: se questo “demone” si riuscirà a fermare, nel primo semestre dell’anno in corso, i danni saranno pesanti ma non pesantissimi. Se invece il Covid – 19 proseguirà a non consentire, argini accettabili per le attività produttive, sia pure con l’adozione di molta prudenza. in una complicata convivenza tra l’uomo e il virus, il problema diventerà economico ma anche etico. Non si può chiedere a nessuno, di rischiare la vita per continuare a produrre, allo scopo di evitare un massiccia disoccupazione e povertà. La Commissione UE, ha ascoltato la relazione del commissario Gentiloni, previsioni strettamente connesse al periodo in cui, questo flagello non sarà sconfitto o comunque si attenuerà, come accaduto anche in altre circostanze. Lo shock del Covid 19 ha provocato una intensa discussione nel’Unione, dove si verificheranno profonde ferite permanenti, non esclusi fallimenti a catena, disoccupazione e lavoro nero che sfuggirà, al controllo degli Stati e delle organizzazioni sindacali e dove guazzerà la criminalità. Le prospettive sono negative ed è, per questa ragione, che è necessario fermare il Covid – 19 prima che sia troppo tardi. La Pandemia e la lockdown hanno provocato, in Italia, una profonda recessione con un Pil che si prevede a meno 9,5% con un rimbalzo del 6,5%, ma che nessuno può escludere, un Pil a meno 11%, con un indebitamento nel 2019 al 134,8%, che salirà nel 2020 e 2021 dal 153,5% fino al 159%. Previsioni nerissime che vanno affrontate tutti insieme. Ed ha ragione, la ministra dell’Economia spagnola, nell’affermare che è inutile, il patto di ferro tra Olanda e Germania:”Se l’Unione non trova solidarietà con disponibilità liquide fino ad un minimo di 1.500 miliardi si svuoterà, del contenuto più importante: evitare il fallimento di un sogno. Occorre fare blocco comune ed affrontare, questa catastrofe economica oltre che sanitaria con unità d’intenti. O si vince, aiutandosi l’un l’altro o l’Unione s rivelerà una scatola vuota, incapace di affrontare le vere sfide come quella attuale. La preoccupazione è tantissima, in tutti gli Stati membri dell’Unione, occorre che rimanga tale per evitare un “rompete le righe” che aggraverebbe le singole condizioni. Un discorso molto serio che non lascia spazio all’immaginazione: nessun cittadino europeo, deve rimanere indietro o sentirsi abbandonato, un’impresa titanica che o si vince o la storia dell’UE si fermerà tra non molto.