I Paesi dell’Unione Europea per il coronavirus, si muovono in ordine sparso determinato dal fatto che non, c’è una direttiva o un ” consiglio” da parte di organi comunitari. Così mentre la Francia punta a prorogare le misure restrittive fino al 10 maggio, altri Paesi hanno deciso l’esatto contrario. Spagna e Austria puntano alla ripresa subito. Riaprono i piccoli negozi e, dai primi di maggio gli esercizi commerciali più grandi. La Repubblica Ceca oltre a consentire le attività fisiche all’aperto ha anche dato, l’autorizzazione alle attività commerciali e, i suoi cittadini, potranno anche recarsi all’estero ma al rientro dovranno sottoporsi alla quarantena. In Danimarca, da domani, asili e scuole aperte e identica decisione è stata assunta dalla Norvegia, ma dopo il 1° maggio. Chiaramente si tratta di valutazioni diverse, da tante altre nazioni che stanno agendo con una maggiore prudenza, davanti ad un coronavirus che non è stato ancora nè sconfitto e nè attenuato nella sua azione devastate. Intanto negli Stati Uniti i decessi sono stai 22 mila su 555.313 contagiati. Le autorità sanitarie sono molto preoccupate e consigliano prudenza, tanto da dichiarare lo stato di calamità, nei Paesi della Confederazione. Secondo i dati raccolti, dalla John Hopkins University, i decessi nel mondo sono stati 114 mila 271 sul numero dei contagiati che ha toccato 1 milioni e 850.807 persone. Nell’ordine, in questa “particolare” classifica: Stati Uniti 557,571, Spagna 166.031 e Italia 156 mila. le decisioni di diminuire le ristrettezze comporta dei rischi non facilmente calcolabili, se si considera che in Cina, per il rientro dei cittadini nei luoghi di residenza, è già scattata l’allerta per evitare di tornare, ad una situazione prossima alla perdita di ogni controllo sanitario, così stava accadendo come a Wuhan.