Las Bce acquisterà titoli relativi alla crisi determinata dal Covid -19 fino a luglio del 2021, e se necessario anche oltre, diversamente da come era stato deciso in precedenza, fino a dicembre, dell’anno in corso. La presidente Lagarde si sta rendendo conto, man mano che passano i giorni, che i ruolo della Bce è determinante per l’equilibrio generale dell’Unione, non solo per l’economia ma anche per la politica. Due realtà, l’una dipendente strettamente dall’altra. La Bce, altro dato importante, non giudicherà che la crisi determinata dal coronavirus sia finita meno.I titoli rilevati con i vari piani saranno rinnovati a scadenza, almeno fino al 2022, e la dotazione Pepp sale dai 600 miliardi fino a 1.350. Anche per i tassi la Bce si sta muovendo bene: per operazioni di riferimento saranno “0”, per il rifinanziamento saranno dello 0,25% ed infine, sulle marginali e depositi, si pagherà lo 0,50%. Davanti a queste notizie lo spread è immediatamente sceso fino a 175 punti. Sulle decisioni della Bce è intervenuto, il Premier Conte, che ha fatto delle considerazioni. La crisi del Covid – 19 ha determinato un ritorno del Pil all’anno 2000. Per questa ragione è diventato un dovere di tutti, uno sforzo corale, per risalire la china. Inoltre – ha aggiunto – il Presidente del Consiglio è necessario, un drastico taglio alla burocrazia ed introdurre una riforma fiscale più equa ed efficiente, per far pagare il giusto a tutti. Inoltre Conte ha annunciato che sono in arrivo progetti ad hoc. Per poi annunciare, la convocazione degli Stati Generali dell’economia, con le forze produttive ed economiche per discutere ed affrontare il nostro recovery Plan. Il Premier sembra lanciato in una serie di operazioni dove trovino spazio per, investimenti pubblici e privati, oltre a quelli finanziati dall’Unione Europe. Una operazione che potrebbe riuscire, considerati i depositi bancari in netto aumento. Certo lo Stato dovrebbe trovare la possibilità di garantire al privato e alle multinazionali, investimenti certi e guadagni superiori a quelli offerti, oggi dai mercati, in un clima sindacale sereno nella stesura dei contratti. Operazione che dovrebbe iniziare, con il pagamento della cassa integrazione guadagni puntualmente per quanti, ai circa 500 mila lavoratori, hanno parso il posto di lavoro e non hanno più reddito per le loro famiglie. Mettere insieme tutti questi tasselli decisivi, appare ovvio, sia necessario che l’Unione Europea versi, il denaro concordato con celerità e che, gli istituti bancari, con la garanzia dello Stato, non facciano mancare l’ossigeno a soluzioni che hanno una sola alternativa: le proteste in piazza e le conseguenti difficoltà della politica.