La Confesercenti ha espresso, la più viva preoccupazione ,per come sono andate le cose nei primi sei mesi di quest’anno per i consumi. Il calo medio per famiglia è di 1.879 euro. Questo è quanto emerso dal centro studi dell’organizzazione dei commercianti. Un calo causato dal fermo delle attività, nella fase acuta dell’ emergenza sanitaria determinata dal Covid – 19 che si è andata a sommare, alla prudenza tipica degli italiani che sentono discutere di ripartenza, ma in effetti fino ad oggi, non è ripartito nulla. Fermi i lavori già finanziati, ferma la costruzione delle infrastrutture, ferme le riforme che potevano essere approvate. La coalizione di governo, o meglio la maggioranza, non trova accordi e non assume nessuna decisione. Così è accaduto, come sempre, che le famiglie guardano il governo, bloccato sulla promessa che la ripresa ci sarà ed aspetta che sia l’esecutivo, a dare il via, ed intanto aumentano i risparmi presso banche e poste. Nei primi sei mesi dell’anno in corso, le famiglie hanno messo da parte, l’ingente somma di 32 miliardi di euro, molto di più che nel 2019. Così la Confesercenti ha chiesto al governo, di affrontare seriamente la possibilità di tagliare l’Iva per invogliare le famiglie a spendere e rimettere, i movimento, l’intero circuito: produzione, grossisti, dettaglianti, acquirenti. Ma non si crede sia sufficiente, se si considerano le crisi precedenti che basti tagliare l’Iva. Le famiglie guardano con attenzione a cosa fa la coalizione di governo e fin quando non utilizzerà, le ingenti somme bloccate sui tavoli di dirigenti e ministri, per lavori già approvati, il segnale che arriva all’opinione pubblica resterà negativo. Se invece ripartiranno i cantieri e le iniziative, pubbliche e private, le famiglie spenderanno di più incoraggiate da una ripartenza credibile in quanto già in essere.
Roma – Trend negativo. Pochi contagi e decessi. Covid – 19 tenuto a bada
La situazione generale del’infezione da Covid – 19 oggi ha mostrato una flessione interessante. i nuovi contagiati 175 nel totale 240.136. La regione Lombardia saldamente in testa seguita dall’Emilia Romagna che ne ha accusati 44 in più. Il trend è discendente così come le vittime, nelle ultime 24 ore, solo 8, il dato più basso dal 1° marzo scorso. In 15 regioni nessun decesso che nel totale restano, a quota 34. 716. I positivi sono 16.836 e, in terapia intensiva, i pazienti sono meno di cento. I malati 15.479 ai domiciliari e solo 1.260 in ospedale perchè accusano dei sintomi. Se non ci fosse stata questa ” lunga coda lombarda” ed i focolai, assolutamente imprevisti a Bologna e in Campania, i dati forniti dalla Protezione civile sarebbero stati, nettamente migliori. Ma non per questo non si può parlare di trend in netta decrescita. Tutto grazie al comportamento della popolazione che continua a rispettare, nella stragrande maggioranza, le istruzioni fornite dall’uso delle mascherine, all’igiene delle mani, dall’uso dei guanti, al non toccare frutta e verdura a mani nude, per poi lasciarla sui banchi e così via. Diciamolo, a parte delle bravate di giovanissimi, per la movida o per il calcio, il resto della popolazione ha dimostrato e sta dimostrando grande maturità: il comportamento è ineccepibile. Bisogna continuare con questa strategia di elevata prudenza, tutti sappiamo che il virus è tra noi, dobbiamo conviverci fino all’arrivo del vaccino. La responsabilità sta avendo il sopravvento sulla faciloneria e sulla falsa informazione, alle volte diffusa anche da scienziati.
Roma – La P.A. vicino al saldo del denaro dovuto ai creditori 2015 – 2019
La P.A. sta accelerando i pagamenti alle imprese o ditte creditrici, ed è arrivata al 95% degli importi presentati su fatturazioni precedentemente controllate. Questo è il risultato dell’ultima analisi economica pubblicata dal Mef relativo al quinquennio 2015 – 2019. I dati della piattaforma peri crediti commerciali di maggio 2020 confermano questi dati. Le fatture ricevute e pagate ammontano a circa il 94,8% dell’importo totale pari a 140 su 148,2 miliardi. Un capitolo che sta per chiudersi e che ha provocato un pesante contenzioso tra P.A. , imprese e fornitori. In verità lo stop è stato determinato anche da una fatturazione incompleta per quanti dovevano provvedere ai pagamenti. E, non pochi dirigenti si sono rifiutati di provvedere a liquidazioni con il dubbio che era tra un carteggio probante ed incompleto. Fatto sta che per vari anni imprese e fornitori chiedevano pagamenti e dirigenti insistevano per ottenere una documentazione completa, com’era più che giusto. Disguidi dovuti a impreparazione o faciloneria? Un fatto è certo se una somma va liquidata deve corrispondere esattamente a lavori o forniture effettuate senza nessun dubbio. Non in un solo caso la docu mentazione che accompagnava la liquidazione era incompleta, così come in molti casi, il capitolo di spesa non consentiva pagamenti in quanto non c’erano fondi disponibili. Bene che questo capitolo si stia per concludere per non riaprirlo più. Stato, Regioni Comuni spendano quello che possono e non dovrebbero avere nessuna possibilità di sforamenti, altrimenti la storia dell’indebitamento dello Stato ed Enti locali non può che nuocere agli investimenti, crescita ed occupazione. Il Premier Conte, può anche rispondere alla Cancelliera Markel, che, sul recovery fund o sul Mes, deciderà lui insieme al govern italiano, dopo una sollecitazione di prendere il denaro messo a disposizione anche dell’Italia. Ma il Premier non dimentichi mai la storia economica, della nostra Nazione, dall’Unità d’Italia fino ai giorni nostri e si chieda, se sarà mai possibile riuscire ad allinearsi, ai deficit strutturali che riguardano tutte le nazioni. Una domanda interessante in quanto riguarda molto da vicino le riforme da fare e non da rinviare ancora.