Roma – Italiani preoccupati per scarcerazioni, crisi della giustizia e disoccupazione

Gran parte degli italiani sono molto preoccupati, per la realtà che stanno vivendo in un Paese che mostra, chiari segnali di andare allo sbando. Cosa può pensare il cittadino onesto, laborioso e rispettoso delle leggi e quale esempio si sta dando alle giovani generazioni, con i fatti che accadono per una politica pasticciona ed incapace di fornire, chiari indirizzi, per uscire dalla ” grande palude” che attanaglia tutti i settori. Iniziamo dalla grave crisi della magistratura che, sia chiaro, non riguarda solo il pm di Roma Palamara e altri 9 magistrati. La crisi, è molto più ampia ed articolata, tanto da richiedere una riforma sostanziale dell’intero impianto a partire dal Csm fino, ad organi ispettivi, che rivedano sentenze o ritardi… non casuali per cause molto importanti che riguardano imputati che appaiono, agli occhi dell’opinione pubblica, parte di una casta di intoccabili. Lo scandalo delle coop di Roma che ” rendevano molto di più dello spaccio di cocaina” che vide arrestare, i tre accusati di far parte del ” mondo di mezzo”, oggi in libertà scarcerati per decorrenza dei termini di custodia cautelare. Massimo Carminati è stato il primo a non vedere più le sbarre alla finestra ed oggi è toccato,  al re delle coop romane Salvatore Buzzi ed al suo “socio” Luca Gramazio. Dimenticavo un particolare importante nel provvedimento della Corte d’Appello di Roma c’è l’obbligo a non lasciare il territorio capitolino e di non espatriare. Che fine hanno fatto le montagne di accuse e la pericolosità sociale? Che fine hanno fatto i motivi dei provvedimenti restrittivi? Non hanno mai usato metodi mafiosi: per i loro sostanziosi guadagni hanno” solo” corrotto. Diciamo che i giudici hanno forzato la mano per arrestarli ma il processo? Forse non si farà più per decorrenza dei termini vista la crisi che ha paralizzato la magistratura. Domandiamoci: può un Paese essere credibile davanti al suo popolo quando accadono fatti così sconcertanti. Così come il caso Mondragone, dove braccianti bulgari abusivamente in Italia, in parte contagiati da Covid  – 19 sono fuggiti, dopo uno scontro con cittadini italiani, anche loro in zona rossa, dove è arrivato, un contingente dell’esercito, per garantire il rispetto della legge. Questi i fatti recentissimi. La lista diverrebbe infinita se si volessero citare tutti i “casi”  e  le ” strane  sentenze ” assolutorie. Questi, e tanti altri motivi stanno convin cendo gli italiani di vivere, in un Paese allo sbando, dove accade e può accadere di tutto. Ecco, in infinitesimale parte, i motivi per cui c’è, l’Italia del Premier Conte e dei partiti e quella vera dei cittadini, sgomenti e lontani mille miglia dagli appelli a partecipare alla ripartenza. O l’Italia viene riformata per davvero, con l’eliminazioni di tante incredibili storture, oppure il popolo si dividerà in due parti: ci sarà chi scenderà in piazza, disoccupati e inoccupati senza alcun sostegno economico e chi si chiuderà in casa, limitandosi a commentare amaramente come possa un Paese precipitare così in basso. Covid – 19? E’ solo in parte responsabile dell’attuale pesantissima crisi.

Roma – Prevalga la responsabilità in Italia e a Bruxelles per la ripartenza

La coalizione di governo è in un tunnel che ha due uscite: o risolve i problemi economici con l’Europa o si troverà a fare i conti con la piazza. Non c’è un’altra alternativa. Il Premier Conte, dopo una serie di incontri in Europa e con la Presi dente della Commissione von der Leyen, ha ottenuto che il problema solidarietà, assente nel linguaggio UE, trovasse uno spazio non si sa ancora quanto grande. Una nuova linea economica europea che trova l’opposizione di molti Paesi dell’Unione. Per lo più Nazione dell’Est e del Nord Europa, non solo, se si considera che c’è anche l’Austria contro. Il discorso avviato, ha trovato ostacoli, ma anche importanti adesioni, sul concetto, non sulla quantità delle possibili erogazioni di euro e nemmeno sui tempi. Se ne parlerà a Bruxelles, come stabilito da Michel, il 17 e 18 luglio prossimo. Il governo di Roma, come comunicato anche al Commissario Gentiloni, ha necessità di riavviare le attività produttive e commerciali il più presto possibile. Le motivazioni sono note: il fermo imposto per il Covid – 19, ed era una condizione, in sofferenza, già da prima dell’epidemia. L’Unione Europea ha invitato Roma a varare progetti, immediatamente esecutivi, e che siano utili alla crescita e occupazione, da portare all’esame dell’Ue a settembre. Ma per procedere occorre che i vari ministeri sappiano, per coordinarsi e fare delle scelte, la disponibilità finanziaria che, l’Ue e la Bce, metteranno a disposizione. I tempi ristrettissimi non agevolano chi deve materialmente operare ed inoltre, c’è il problema liquidità per industrie, grandi e piccole, attività artigianali e commerciali. Un imbuto nel quale deve passare tutto ma soprattutto evitare che chi produce o commercia, comunque da lavoro, davanti all’incertezza, sui tempi e quantità di denaro ottenibile, si spaventi e chiuda, mettendosi alla “finestra” a studiare cosa accade o cosa potrà accadere. Tutto questo con l’incognita di un virus, che deve essere tenuto a bada, con un comportamento, attento e responsabile di tutti, per evitare che il Covid – 19 produca altri danni, non solo in termini di vite umane ma anche economici. In questo scacchiere molto difficile, oggi da Piazza del Popolo a Roma, è arrivato l’altolà al governo, dai metalmeccanici, che hanno attaccato sull’occupazione, chiedendo garanzie per il lavoro. Pensare che l’Italia possa affrontare questa situazione senza l’aiuto dell’UE è da matti. Pensare che l’Unione abbia capito fino in fondo il ruolo vitale che ha, in questo tempo, nei confronti di uno Stato membro in grosse difficoltà, è difficile. Le dichiarazioni, dei capi di Stato o di governo, sono tante e non tutte favorevoli, alle richieste italiane, come di altri cinque stati. Ci sono ancora troppe incertezze ed incognite per creare quel clima particolare necessario ad ogni ripartenza. Non solo governo e coalizione ma tutte le forze politiche, sindacali e datoriali, devono trovare la forza di collaborare per riavviare la Nazione bloccata. Le forze politiche hanno una grande responsabilità: o un accordo onorevole.  Gli  scontri, di tutti contro tutti,  produrrebbero altri guasti forse irreversibili.

Roma – Bonaccini a Conte: 2 miliardi alle Regioni. Bentivogli:” Autunno terribile: garantire il lavoro”

Patti chiari e amicizia lunga. Il presidente della conferenza Regioni. Bonaccini, ha avvertito il governo che prima di passare alla fase 3 in relazione, alla presenza del Covid – 19, bisogna raggiungere un accordo con il governo. All’appello mancano 2 miliardi alle Regioni a Statuto Ordinario. Si tratta della somma necessaria per chiudere i bilanci . Se il governo di Roma non provvederà, Bonaccini è stato chiarissimo, saranno interrotte le relazioni istituzionali. Ma il presiden te è fiducioso che l’esecutivo capisca. Inoltre c’è il problema della scuola le cui linee guida – ha detto Bonaccini – non erano ricevibili. Abbiamo inviato delle controproposte rimaste senza risposta. Inoltre – i presidenti delle Regioni – hanno bisogno di certezze, su poter riaprire le scuole in perfetta sicurezza”. E non è un caso che la conferenza Stato – Regioni che si doveva tenere oggi è stata rinviata di 24 ore. Ma la coalizione deve guardare con attenzione ai metalmeccanici, lo zoccolo duro dei sindacati, che si sono incontrati rispettando le misure di sicurezza, a Roma in Piazza del Popolo. Bentivogli, segretario dimissionario della Fim – Cisl ha lanciato un avvertimento:” Per l’occupazione si avvicina uno degli autunni più terribili della nostra storia. La disperazione sociale salirà alle stelle con conseguenze non facilmente valutabili – ha tuonato dal palco eretto nella Piazza romana – domando a chi ha messo il divieto di licenziamenti se poi ci sono centinaia di imprese che porteranno i libri in tribunale. Voglio – ha proseguito il sindacalista da sempre – che i responsabili del governo rispondano, uno ad uno, a quei lavoratori che saranno disoccupati, a cosa sarà servito il blocco dei licenziamenti “. Non a torto Bentivogli tra tre mesi saremo in autunno e fino ad oggi non si intravede alcuna via d’uscita, se non verbale, per le aziende in difficoltà. Il governo Conte deve trovare la strada per evitare la chiusura o il fallimento di aziende o fabbriche oppure, anche con l’allungamento della Cig, non eviterà le manifestazioni di piazza che, come sempre si sa come iniziano ma non come finiscono. Sono milioni  lavoratori che affronteranno questa strana estate, tra Covid , incertezze economiche e liquidità per attività produttive o commerciali. Occorrono certezze che dovrebbero giungere dall’Unione Europea della von der Leyen e non della Markel che sul discorso del denaro ha subito detto:” Un problema che se si affronterà positivamente in Consiglio dell’UE, non potrà essere concretamente risolto nella misura decisa nulla prima del 2021″. L’Italia non può aspettare tanto tempo, per ragioni contingenti, e l’avvertimento di Bentivogli nessuno può sottovalutarlo: sarebbe un errore storico.