Bruxelles – Conte e Sassoli all’UE:” Sul denaro nessun passo indietro”. Merkel:” Fondi? Non prima del 2021″

Il Premier Conte è impegnato nel tentare di far comprendere che, la proposta della Commissione è equa e ben bilanciata e che non sarebbe accettabile tagliare le risorse indicate. Il Presidente del Consiglio ha sottolineato  che è ben costruita, anche la combinazione tra prestiti e sussidi e che i tempi, sono importanti e l’operazione si deve chiudere entro il mese di luglio, al più tardi, per ottenere la disponibilità del denaro, sin da quest’anno. Inoltre, Conte ha sottolineato che, ” la Commissione UE e la Bce, non hanno mancato l’appuntamento con la storia. Ora è il futuro e nelle mani Consiglio, per essere all’altezza della sfida e di dare un segnale politico molto forte”. “Non vogliamo tornare al pre – Covid  e mantenere distinti  i criteri di allocazione del quadro finanziario pluriennale – Conte – e quelli del Next Generation UE e considerare, queste due proposte, come componenti di un unico pacchetto indivisibile. Questo modo di agire consentirà all’Italia,  un atteggiamento più flessibile su aspetti anacronistici, del quadro finanziario. Un avvertimento, non di poco conto, se compreso fino in fondo. “L’Italia sta lavorando – ha aggiunto Conte –  ad un piano di investimenti e riforme per non tornare a una situazione pre – Covid ma per migliorare crescita e produttività”. Dal canto suo Sassoli, Presidente del Consiglio UE, ha sostenuto che rispondere, alle sfide a breve termine e guardare al futuro, con una visione strategica è l’ambiziosa proposta della Commissione sul quadro finanziario pluriennale – fino ad oggi – non all’altezza delle priorità di inizio legislatura. Non accetteremo passi indietro e, vogliamo soluzioni permanenti, sulle entrate del bilancio. E’ ancora possibile un accordo prestigioso che accontenti tutti”. Ma c’è da considerare che mentre, Conte e Sassoli, percorrono la medesima strada Michel, Presidente Consiglio UE, ha dichiarato quello che in effetti è vero” Su Recovery Fund e bilancio ci sono diverse visioni, su molti punti, ed è quindi necessario discutere nell’annunciato nuovo summit, previsto  per metà luglio. In quella sede – ha proseguito Michel – farò alcune proposte  per tentare di arrivare ad una decisione, avvicinando i punti controversi, in relazione alla ripartizione dei fondi  e alle relative condizioni”. Questa situazione era ampiamente prevedibile. L’Italia sta conducendo una battaglia all’interno dell’Unione, mai tentata da nessuno. La solidarietà tra Stati, doveva essere data per scontato che avrebbe trovato una platea contrari a quella che viene considerata “…una ” novità pericolosa” per il bilancio UE e c’è chi sostiene, anche dei singoli Stati. Dare per certo che l’Italia otterrà tutto quello che ha chiesto ha due facce: può essere possibile ma anche impossibile. Ed è per questa  semplice ragione che occorre molta decisione, di tutto lo schieramento politico nazionale, ma anche prudenzialmente, lasciarsi la possibilità di una programmazione meno impegnativa, ma pur sempre in grado, di disincagliare l’Italia da una condizione che vede, una coalizione approvare una enorme quantità di provvedimenti, quasi tutti bloccati per mancanza di risorse. Occorre il coraggio di essere leali con il popolo che va informato compiutamente, di quello che è possibile fare subito: per sviluppo e occupazione e quello che si potrà fare, solo in un secondo tempo. In questa fase Pd, Iv, Leu, M5S lasciano le briglie sciolte al Premier: questa può essere una strategia buona ma anche pericolosa. Tutto venga discusso, attentamente, prima in Italia ed in Parlamento e poi a Bruxelles. Questo sembra l’atteggiamento più saggio nel momento in cui, il partito di maggioranza relativa, sta subendo un terremoto molto forte al suo interno, seguito con attenzione ben oltre i confini nazionali. E infine la Merkel, senza stracciarsi i vestiti, ha tagliato corto sull’Italia che chiedeva il denaro entro pochi mesi.  La Cancelliera ha dichiarato fondi?” Non prima del 2021″

Bruxelles – Finanziamenti e prestiti: operazione difficile per culture diverse.

L’Unione Europea è un’insieme di Paesi con culture molto diverse tra loro e, davanti a cambiamenti epocali, come la solidarietà, ci sono resistenze che non appaiono facilmente eliminabili. Ci sono governanti, non solo nazionalisti, che non credono a questo valore alla base, di ogni comportamento, per Stati che hanno deciso di aderire e condividere, il presente e il futuro dei singoli Paese, nel contesto dell’Unione. Il Regno Unito, che non aveva mai partecipato a soluzioni che limitassero  la  sovranità monetaria, ha compreso che partecipava ad una Unione che, necessariamente poneva dei vincoli, ed ha deciso di uscire. Ha sbagliato? Certamente sì, vista la situazione economica mondiale, con la crisi creata dal coronavirus, nella considerazione che non c’è economista al mondo, che vede come può, un solo Stato, affrontare e risolvere ” cadute” nelle attività produttive e circolazione monetaria, senza patti o alleanze economiche. Ma, nonostante questa realtà che abbiamo vissuto solo in parte, ci sono Paesi ancorati ad un concetto antico, di come manovrare, il bilancio del proprio Paese. Investimenti, welfare, sanità e tanto altro ancora, voci suddivise, in un documento rigido, direttamente proporzionale alle disponibilità finanziarie prodotte, oltre le quali è impossibile procedere. Come vive il popolo, quale assistenza sanitaria ha, qual è la pensione, una miseria, dopo decenni di lavoro.  Non è un problema dello Stato ma del cittadino! Questi governanti, al di là della loro posizione geografica, non comprendono il concetto di solidarietà nei confronti di nazioni che devono, rilanciare l’economia per evitare un tracollo evitabile, per capacità, strutture produttive ed impegno. Tutte le aziende, anche le più grandi, hanno momenti in in cui hanno necessità di ottenere prestiti  dalle banche, per poi superare la crisi e restituire l’ottenuto. Nell’Unione Europea è un modo di agire talmente nuovo che sarà difficile farlo affermare. Va comunque detto che riguarda tutti gli Stati, non c’è nessun privilegio da ottenere, così come non c’è mai stato denaro dato gratuitamente. Vedremo cosa accadrà ma è una ” battaglia” molto complessa: deve maturare un modo vero di essere Unione, come non è mai accaduto in decenni di lavoro comune.

Pechino – Isolato per Covid il più grande ospedale. L’infezione continua nelle Americhe

Occorre essere molto attenti a convivere con il Covid – 19 che si sta dimostrando, estremamente pericoloso sia per le persone e sia per le economie dei Paese, bloccati nelle attività produttive con perdite economiche importanti. In Cina la Commissione sanitaria nazionale  ha dato comunicazione che si sono verificati 32 casi in tutto il Paese, di cui 25, nella capitale, 4 in più del giorno precedente.Dopo il nuovo focolaio di coronavirus rilevato al mercato più importante della capitale. Sono state assunte misure straordinarie, in una città che conta ben 2 milioni di abitanti. E – le autorità cinesi riferiscono che la pandemia è sotto controllo. Ma gli stessi sanitari sono stati costretti ad isolare l’ospedale fiore all’occhiello della sanità cinese: una infermiera è risultata contagiata e da questa realtà, l’isolamento del Peking University International Hospital. Non era possibile nessun altra decisione per la quantità di persone ricoverate e per l’elevatis sima preparazione del personale, non solo medico ma anche scientifico. L’infermiera, per il compito che aveva, ha avuto contatti con tantissimi colleghi, medici e pazienti che ora vanno rintracciati per verificare il loro stato di salute. E se in Cina continua l’impegno a bloccare, la devastante azione del  Covid – 19 negli Stati Uniti non stanno meglio, anzi è vero l’esatto contrario. I dati pubblicati dalla Johns Hopkins University,  nel bollettino quotidiano, ha fissato solo oggi 687 morti nelle ultime 24 ore. I casi totali sono 2,2 milioni ed i decessi hanno toccato i 118 mila. Ed ora l’epicentro della pandemia si è spostato in Florida e Texas dove le autorità sanitarie sono impegnate al massimo delle loro forze con conse guente pioggia di annullamenti delle prenotazioni per le ferie estive. Il quadro non è migliore in America Latina dove i positivi sono 1 milione 900 mila e in Brasile, i contagiati sono 978.142 con 47.748 decessi. Infine si è appresa una notizia che nessuno si aspettava che riguarda questo Coronavirus. L’Istituto Superiore di Sanità ha scoperto che il virus già da dicembre era in Italia e ne hanno trovato tracce nelle acque di scarico di Milano e Torino, raccolte in precedenza al manifestarsi della pandemia. I campioni prelevati nei depuratori dei centri urbani del Nord, come di altre zone, sono stati utilizzati come ” spia” per conoscere la circolazione del virus tra la popolazione.