Courmayeur – Choc termico: si teme il crollo di 500 mila mc del ghiacciaio Planpincieux

Chi ancora oggi ha dei dubbi sul riscaldamento del Pianeta faccia un passo indietro. Una parte del ghiacciaio Planpincieux, situato sulle Alpi valdostane, sta scivolando lentamente sulla valle Ferret. Una massa di 500 mila metri cubi che  da ricognizioni aeree verrebbe giù, per uno choc termico, determinato dal rialzo delle temperature che si è verificato lo scorso mese di luglio. Non ha dubbi sul’instabilità dell’enorme massa di ghiaccio, pari ad un grattacielo di 70 piani, è il re sponsabile dell’Ufficio assetto idrogeologico dei bacini montani della Regione Valle D’Aosta, Valerio Segor. Alla luce di questo allarme il sindaco di Courmayeur, Stefano Miserocchi, ha ordinato l’evacuazione di 70 persone, 20 residenti e 50 turisti, tutti ricoverati nel palaghiaccio, del capoluogo regionale. Inoltre la strada comunale del fondo valle è stata interclusa al traffico. Il ghiacciaio si trova tra quota 2.600 e 2.800 metri ma sta scivolando verso la vallata anche se saranno determinanti i prossimi tre o quattro giorni. In realtà anche molti costoni del sistema alpino rischiano di staccarsi per un rialzo termico poco adatto alla loro stabilità. Così dallo scioglimento dei ghiacci ai due Poli, al conseguente innalzamento dei mari ora dobbiamo assistere anche allo scioglimento dei ghiacciai, sulle montagne  a quote rispettabili,  ad uragani sempre più violenti e bombe d’acqua in aree del Pianeta, fino a pochi anni fa, a clima temperato. Come è possibile che si preferisca davanti alla realtà di questa situazione preferire il dio Pil? Chi deve garantire la vita sul Pianeta Terra?. Quanta stoltezza da parte dei governanti! Mentre la casa brucia loro pensano alla produzione industriale e a non limitare l’inquinamento dell’aria.

Roma – Aumento dei contagi ma aumentano i negazionisti

In aumento i contagi da Covid – 19. 384 nelle ultime 24 ore e le vittime sono state 10, nello stesso brevissimo periodo. Così in totale  i decessi sono stati 35.181 secondo i dati forniti dal Ministero della Salute. I Guariti 200.976 e i positivi 12.646. I tamponi effettuati 56. 451 per un totale di 7. 041. o40-. Davanti a questi dati che non appaiono preoccupanti, ma che potrebbero essere inferiori rispettando norme elementari di protezione, continua ad esistere una quantità di cittadini che negano i pericoli del virus ed anzi la sua esistenza. Non si sono convinti nemmeno con  i dati pubblicati dall’Oms sugli Stati Uniti, Brasile e India dove non si può che parlare di strage. Incredibile quello che accade c’è chi addirittura parla di speculazione economica su un pericolo inesistente. Eppure se l’Italia si sta salvando, alla meno peggio, si deve alla responsabilità di una intera popolazione che ha osservato” il tutti a casa”. Materia da affidare agli psichiatri.

Beirut – Esplode serbatoio con 2.750 tonnellate di nitrato di ammonio. Una strage e danni ingenti

La terrificante esplosione al porto di Beirut di un serbatoio contenente 2.750 tonnellate di nitrato di ammonio, un fertilizzante per confezionare esplosivi, ha devastato porto e città e resa irrespirabile l’aria. I morti accertati 135, 5000 i feriti e 100 i dispersi. I pazienti vengono curati, come è possibile, nei parcheggi dei nosocomi. Tre ospedali sono stati completamente distrutti e due danneggiati. Il ministro della Salute Hasan ha invitato i cittadini ad andare via dalla capitale per i gas sprigionati dall’esplosione e il Presidente Aoun ha chiesto l’arresto dei responsabili che avrebbero consentito nel porto un serbatoio di sostanze esplosive per anni. Immediata la risposta della doganieri: ” Abbiamo segnalato per 6 volte la situazione senza mai avere risposta “. Davanti a questa immane tragedia ci sono state risposte immediate all’appello per aiuti lanciato dal Premier e dal Patriarca. Domani giungerà a Beirut il Presidente Macron, Il Presidente del Consiglio italiano Conte e il ministro per gli Esteri Di Maio hanno annunciato sostegno dall’Italia, il Presidente della Repubblica Mattarella ha espresso solidarietà ed il Papa prega per le vittime e per la Nazione libanese. Rimane il mistero di come sia stato possibile tenere una “bomba” nel porto, per anni senza un intervento peraltro sollecitato. Basti pensare che il centro sismologico giordano ha paragonato l’esplosione ad un sisma pari ad un terremoto di magnitudo 4,5. Le cause dell’esplosione non sono state accertate la speranza di tutti è che non sia stato un attentato terroristico. Per tornare alla normalità città e porto ci vorranno anni.