Il Premier Conte nella sua visita in Puglia, Cerignola – Foggia, ha tra l’altro detto: ” Stop ad ingressi migranti clandestini. Non possiamo permettere di far vanificare i nostri sacrifici in tempo di Covid. Si devono accelerare i rimpatri e stiamo collaborando con le autorità tunisine. Ringrazio il Presidente di quello Stato Saled che si è recato a verificare di persona i due porti, da dove avvengono le partenze dei clandestini, per rafforzare la sorveglianza costiera. Il Premier ha così proseguito:” Non si entra in Italia in questo modo e in un momento così delicato per la comunità nazionale: saremo inflessibili”. Un impegno preciso che in verità doveva avvenire molto prima cioè non appena gli sbarchi, proseguiti anche oggi, sono man mano aumentati creando situazioni di grade disagio a Lampedusa e Portoempedocle, ma più in generale in tutta Italia. Una situazione allucinante: barchi ad ogni ora del giorno e della notte, migranti clandestini fuggiti da strutture “d’accoglienza” assolutamente insufficienti come i controlli, migranti accalcati nei centri trovati positivi. Solo dopo tutte queste falle il Premier afferma di voler prendere di petto la situazione e dobbiamo essere convinti che lo farà. Intanto è giunta una nave per accogliere i migranti clandestini dove dovranno osservare la quarantena. In questo lasso tempo, Conte dovrebbe riuscire ad organizzare i rimpatri possibili e richiamare, l’Unione Europea, a fare la sua parte. Il ministro per gli interni Lamorgese ha mostrato dei limiti, solo dopo la fuga di migranti e infrastrutture “d’accoglienza” stipate oltre ogni limite ha chiesto l’intervento dell’esercito, non si capisce con quale compito. Si tratta di uomini armati ma nessuno utilizzerebbe la dotazione per fermare i clandestini in fuga. Ci vogliamo fermare all’affermazione di Conte:” Non si entra nel nostro Paese in questo modo”. Bene ora agisca e dimostri con i fatti quello che ha detto nella sua terra d’origine: la Puglia.
Genova – Il ponte Genova San Giorgio è realtà. “L’Italia si rialza”
Il nuovo ponte di Genova, costruito a tempo di record, acquista un duplice significato, per l’architetto Piano “… è la ricucitura di un territorio ferito” per il Capo dello Stato Mattarella ” è l’Italia che si rialza” così come per il premier Conte. l’opera gigantesca, denominata “Genova San Giorgio”, è stata realizzata da 1.184 lavoratori che si sono impegnati, senza sosta, per chiudere i lavori prima del 14 agosto, giorno del crollo del ponte Morandi avvenuto due anni fa , che costò la vita a 43 persone. Un’impresa che sembrava impossibile per il tempo tra progetto esecutivo, costruzione delle campate in fabbrica e montaggio sulla palificata già realizzata in acciaio come lo è tutto il viadotto. L’opera, che si rassomiglia ad una nave pronta al varo, è diventata un simbolo, non solo della “ricucitura di un territorio ferito”, ma del lavoro italiano che riesce a fare miracoli per il tempo impiegato a costruire un’opera che avrebbe chiesto, in tempi normali, non meno di tre anni. Ne dobbiamo essere orgogliosi tutti di questo evento che ha ottenuto il riconoscimento del Presidente Mattarella e delle più alte autorità dello Stato e di quelle regionali, Presidente Toti e locali sindaco e commissario straordinario Bucci. Non a caso la presenza delle due bandiere, nazionale e di San Giorgio. Nemmeno a caso la presenza delle frecce tricolori, altro simbolo della capacità e preparazione della nostra aviazione, fino alle sirene del porto. Il viadotto di Genova è realtà e dal 5 agosto, fra due giorni, sarà aperto al traffico e libererà la città dalla presenza di veicoli d’ogni tipo e ridarà piena operatività al porto, scalo commerciale tra i più importanti d’Italia. Rimane il dolore per le 43 vittime, costernazione che non sarà sanata dai 3 minuti di silenzio. Ora possiamo e dobbiamo guardare avanti: “l’Italia si rialza” ed a questo appuntamento nessuno dovrebbe mancare dalle forze politiche di maggioranza e opposizione, da quelle datoriali e sindacali. Lo sforzo non può che essere comune come dimostrato dai 1.184 lavoratori che hanno puntato tutti insieme per conseguire un solo obiettivo, senza mai guardare l’orologio, spinti dall’orgoglio di terminare l’opera in tempi ristrettissimi, anzi proibitivi.
Roma – Forte richiamo ai giovani sui loro comportamenti del Capo dello Stato e direttore dell’Oms
Forte richiamo ai giovani, durante il briefing che si è tenuto a Ginevra, da parte del direttore dell’Oms Ghebreyesus, che ha richiamato alla realtà quanti vorrebbero ignorarla la presenza devastante del coronavirus. Il direttore ha detto:” Attenzione è vero che attualmente il virus colpisce soprattutto gli anziani, ma l’età sta scendendo sempre di più. Inoltre il vostro comportamento non adeguato alla grave situazione è da irresponsabili in quanto state diventando veicoli per infettare parte della popolazione. Nessuno può comportarsi come se il coronavirus non ci sia più i dati dicono l’esatto contrario basta leggere, i nuovi dati su Inghilterra e Germania per non parlare di Stati Uniti e America latina. Questo virus si comporta in modo diverso da quelli da noi conosciuti ed infatti la pandemia prosegue mettendo in crisi i sistemi sanitari ed uccidendo economie e persone in tutto il mondo”. Il Capo dello Stato Mattarella, a sua volta, dopo le dichiarazione del direttore dell’Oms, durante la cerimonia del ventaglio, che si è tenuta al Quirinale, ha detto tra l’altro:” La democrazia si fonda sulla libertà ma nessuno può confondere questo bene irrinunciabile con comportamenti lesivi nei confronti di altri cittadini”, Un richiamo forte che dovrebbe essere accolta da tutti giovani e meno giovani. Appare evidente che occorre insistere con una campagna di sensibilizzazione sui comportamenti da tenere per proteggere tutti ed anche se stessi.