La Procura di Perugia ha chiesto il rinvio a giudizio dell’ex consigliere del Csm, Luca Palamara, per corruzione. Una decisione attesa da prima che iniziasse l’estate delle ferie. Analoga richiesta per l’imprenditore Fabrizio Centofanti e Adele Attisani, amica del magistrato nonchè, di Giancarlo Manfredonia, titolare di una agenzia viaggi, che avrebbe elargito regalie al magistrato. L’inchiesta è quella che ha messo a soqquadro l’intero mondo della magistratura, quello politico e del mondo civile, da tempo sospettoso che nella magistratura ci fosse del marciume. Lo scandalo Palamara ha costretto a dimissioni, diversi consiglieri del Csm, per le intercettazioni in cui si discuteva con esponenti politici di chi nomina re ai vertici di determinate Procure. Uno scandalo che non ha precedenti nella storia della magistratura, potere autonomo da quello politico e dal corpo elettorale. La magistratura divisa in correnti ha finito per auto-assolversi in diverse circostanze ed ha così minato la sua credibilità, davanti ad una opinione pubblica ,che aveva percepito che molte cose, in quel mondo così chiuso, non andavano per il verso giusto. Lo scandalo Palamara apre un inquietante quadro: perchè mandare, quel magistrato e non quell’altro, al vertice di Procure importanti? Quale era il disegno? Condizionare il nominato nell’esercizio del suo ufficio grato per la nomina ottenuta, O che altro? Uno scandalo inquietante che apre uno scenario sconcertante. Ora spetta agli stessi magistrati fornire risposte precise ad una opinione pubblica che le attende con impazienza.