Roma – Altra battaglia da vincere oltre il Covid – 19, quella economica mondiale già a picco

Prepariamoci ad un’altra battaglia: quella economica che non sarà, meno dura di quella ingaggiata, con il Coronavirus. IL Capo economista del FMI, Gita Gopinath, ha rilevato che, per la prima volta sono in recessione sia le economie avanza te e sia quelle in via di sviluppo cioè ,come dire che è in atto, un massacro economico, i cui sbocchi sono imprevedibili: non dipende dagli Stati, vincere o perdere, ma dall’andamento del Covid – 19. L’economia globale è stata travolta dal coronavirus e calerà del 3% nel 2020, pari a 6,3 punti percentuali in meno, rispetto a gennaio scorso. Si tratta dell’effetto della grande chiusura ed è, la peggiore recessione dalla grande depressione del 1930, mai dimenticata per le gravi conseguenze che provocò in tutto il mondo. Le perdite mondiali, per la Pandemia in atto ammonta già a 9 mila miliardi di dollari dall’anno in corso e quello prossimo. Stime attuali queste valide se, la Pandemia svanisse nella seconda metà di quest’anno. Se proseguisse invece, in questa dannata presenza, il Fondo prevede rischi per ulteriori perdite, che colpirebbe anche il  “rimbalzo” nel 2021 fissato al  5,8% per le economie più forti. Per quanto riguarda l’Italia  il FMI prevede per quest’anno, una perdita del 9,1% con un rimbalzo, nel 2021 del 4,8%. Il tasso di disoccupazione nel 2020 risalirebbe al 12,7% dal 10,2% del 2019 e nel 2021 si attesterebbe intorno al 10,5%. Non c’è da stare allegri se si considera che lo Stato dovrà provvedere, al contenimento della vita sociale nell’ambito della sicurezza pubblica, non potrà mancare di investire per cercare di rilanciare lo sviluppo, sia pure in termini ridotti, pagare debiti e interessi a quanti, hanno acquistato titoli di Stato ed ottenere, se il modello verrà perseguito ancora, di far pagare a tutti una giusta ma ridotta tassazione. In fondo a questa strada è possibile intravedere, anche se nessuno ne parla ancora,  meno che in certi ambienti che contano: patrimoniale secca, buoni del tesoro oltre ad una pensione che vada oltre i 2.500 – 3000 euro, cioè non denaro ma titoli di risparmio forzoso ed una sanità riformata, a disposizione solo di una parte degli italiani fino ad un certo reddito ed anche in base al tipo di malattia. Una vera rivoluzione non voluta ma necessaria per rimettere i conti pubblici sulla strada  del  risanamento. Credere che non sia accaduto nulla e che gli italiani tornino alla vita di prima, con tutte le agevolazioni ottenute, sarebbe bellissimo m appare oggi, alla luce dei fatti accaduti ed in corso,  una pia illusione. Ovviamente vorrei sbagliare ma in economia, davanti a questo flagello, nessuno pensi che altri paghino il conto per noi.

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