Il professore universitario, chiamato a fare il Premier, ha sbagliato. Eppure era stato ” avvertito ” dal Capo dello Stato Mattarella:” Dopo la guerra tutti insieme per affrontare i tantissimi problemi della ricostruzione, come già accaduto in Italia, post’ultimo conflitto mondiale”. Ma il Premier ha scelto di procedere per la sua strada, in coalizione con Pd, ( silente e con problemi interni ), e LeU con un aiuto, fuori dal coro, di Italia Viva, di Matteo Renzi. In queste condizioni non ci poteva essere che lo scontro. La maggioranza, con tante deroghe alla Costituzione, mai verificatesi – come ha ricordato Renzi – nemmeno durante il periodo del terrorismo, cerca di andare avanti ma trova, una resistenza del Cd che si va organizzando. L’occupazione di Aule della Camera o del Senato, fanno parte di scenari che preludono battaglie ed ” assalti” all’arma bianca. E’ sempre accaduto così. E non è affatto un caso, l’avvertimento del leader di Italia Viva, Renzi che rivolto a Conte:” Sei ad un bivio: se scegli i populisti non avrai noi al tuo fianco. e se scegli la politica noi ci saremo”. Ma questo “ultimatum” è solo una parte delle tenaglia che, man mano, si a stringendo su Conte, il Premier che “non rispetta il Parlamento e va avanti con i Dplm”. L’attacco delle Lega, FdI e FI è stato concentrico. La contestazione a Conte è iniziata quando, ha cominciato a parlare senza mascherina ed è proseguita, nonostante il Premier aveva avvertito che, se il Covid19 continua nella sua azione distruttiva, l’Italia avrà un Pil a meno 10%. Un discorso che non è servito a nulla: Occhiuto per FI ha detto” volevamo collaborare per trovare soluzioni condivisibili, ci avete detto di no ed ora, i nostri ruoli sono ben distinti”.. Poi è toccato all’affondo di FdI:” Basta la misura è colma”, ” Non siamo in un reality show” ed è così giunta la bordata della Lega con l’intervento di Borghi:” Conte tiranno o dittatore? No è solo un uomo diversamente sincero”. Intanto Salvini, che si era riservata la parte più consistente perchè Conte capisca:” Siamo pronti ad occupare giorno e notte le Aule per ottenere il rispetto della Costituzione”. E questo rispetto lo hanno chiesto, sia al Premier e sia al Capo dello Stato, che aveva previsto tutto: le Aule potevano trasformarsi in un vero e proprio Vietnam, in mancanza di una collaborazione, tra una maggioranza ed una minoranza, in ruoli distinti. Intanto con 276 sì e nessun voto contrario è stato approvato il Def , con uno scostamento di 55 miliardi. Il ministro agli Enti Locali, Boccia, ha avvertito:” Nessuno soffi sul fuoco”. Parole al vento: le Regioni governate dal Cd chiedono maggiori poteri, al Capo dello Stato, come prevede la Costituzione, così come quasi tutti i grandi Comuni governati dal Cd. Ecco da dove verrà, l’ondata dell’opposizione, che potrebbe essere più efficace di quella dei parlamentari. Il popolo delle regioni e dei Comuni è con Salvini, Meloni e Berlusconi e chi è al governo doveva ben calcolare, l’azione politica, contro un governo già definito ” …del rinvio e che vuole decidere per conto di tutti. La Costituzione non è quella che applica Conte e &”, ma è un’altra cosa”. E nonostante tutto il Premier è riuscito a dire poco ma l’essenziale. L’uomo venuto dall’università a governare, deve capire che lo sbarramento, al non politico è solo iniziato. Non appena ci sarà una occasione importante non solo l’opposizione, ma anche non pochi in maggioranza, nel M5S e nel Pd, cercheranno di disarcionarlo. Il tempo oggi non sembra propizio, per una operazione del genere ma anche se nel M5S Di Battista batte questa strada: cambio del Premier senza elezioni, peraltro oggi impossibili.