Roma – Conte tenta di dividere il Cd e svuotare il “serbatoio” dei voti in Regioni e Comuni

Il Premier, Giuseppe Conte, era a digiuno di politica, ma ha imparato presto. Ha cominciato a dire ” Io non mollo”davanti alla crisi economica e agli impegni presi , continua a sollecitare l’UE per ottenere la liquidità indispensabile per la ripresa, che per il suo ministro per gli Esteri Di Maio, è vera e propria ricostruzione di un sistema fatto saltare dal coronavirus. Ed allora Conte adotta una sua strategia niente male per raggiungere il suo scopo. ” Cabina di regia aperta anche ai governi locali,  che hanno aderito, al disegno complessivo. Piano nazionale del governo, cioè linee guida omogenee per tutte le Regioni per procedere, ragionevolmente, a fissare quale tipo di ripresa delle attività produttive da “liberalizzare” dal 4 maggio. Un programma ben articolato che contemperi, la tutela della salute e le esigenze della produzione. Intanto – Conte ha annunciato su Fb – che attiverà i Covid Hospital, l’assistenza territoriale e i test come misura preventiva.Un piano, così strutturato dovrebbe garantire la massima sicurezza, nei luoghi di lavoro e mezzi di trasporto. Il Premier ha chiarito che lui è sempre per  un governo politico perchè  ci mette la faccia e da risposte agli elettori. No ai governi di unità nazionale sempre molto molto problematici. No nemmeno a governi tecnici, fondati sul presupposto che, le forze politiche, non siano disponibili alla responsabilità come fa invece, questo governo, forte e determinato. Infine ilPremier ha parlato di Forza Italia che se gue una politica costruttiva. Ha elogia le competenze di Draghi e Vittorio Colao, però se non diventa ministro. Non c’è che dire una strategia politica che esclude un governo nazionale,mette all’indice Lega e Fratelli d’Italia, loda Forza Italia: primo tentativo di spaccare il centrodestra. Ma la strategia va ancora più avanti, fa entrare nella sua cabina di regia i presidenti regionali, compresi quelli di centrodestra e, persino i Comuni più importanti, tutti governati sempre dal centrodestra. Il Premier otterrebbe così, con una mossa ben articolata, lo “svuotamento ” di Lega e FdI, dove hanno la riserva di voti, facendoli collaborare con la sua cabina di regia, ma tenendo fuori,  i due leader dei partiti d’opposizione e allungando la mano, fino a Forza Italia, di Berlusconi. Ma c’è da aggiungere che il Premier elogia le capacità i Draghi ed anche di Colao, ma, alla condizione, che non vada ad occupare un posto da ministro. Conte ha annusato, aria difficil alla sua permanenza alla Presidenza del Consiglio, ed ha giocato d’anticipo. Non si può certamente dire, al suo posto, che non abbia agito nel suo interesse. Ma è una strategia troppo  evidente e non si crede possa riuscire a produrre effetti. Tra il Premier, e i governatori di centrodestra c’è un abisso e, non parliamo della miriade dei grandi Comuni, governati da uomini e donne, che da sempre hanno operato per vincere le elezioni su valori diversi, dal Pd e M5S, che tra l’altro, non si capisce bene cos’è diventato, dopo le batoste elettorali nelle regionali e comunali. Salvini e Meloni, all’intervista pubblicata del Premier, non hanno detto ancora nulla ma c’è da attendersi una risposta, non solo dai due leader ma soprattutto da governatori e sindaci.

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