Roma – Di Maio:” Non è problema di Mes ma dei 1.500 miliardi necessari per ricostruire”

Il ministro per gli Esteri Di Maio, che sotto sotto aiuta Crimi, nel suo compito di reggente del M5S, è intervenuto sul Mes definendolo un falso dibattito. La questione, secondo Di Maio, non è il Mes ma da che parte  vuole guardare l’Europa, se da qui, ai prossimi due o tre mesi, o da qui ai prossimi dieci o venti anni. Sue – ha affermato Di Maio – è la cerniera del credito Bei sono passi in avanti, ma se vanno considerate insieme, tutte le risorse i fondi disponibili , si arriva ad un massimo di 300 miliardi quando, conti alla mano, ne occorrono almeno  1500. Di Maio intervistato dal quotidiano spagnolo ” El Correo” si è levato. molte pietre dale scarpe. L’UE stenta a comprendere che sta giocando una partita, per avere un ruolo o non averlo più per sempre, e quindi tornare all’Europa delle Nazioni ante Unione. Basta una considerazione – afferma il ministro per gli Esteri Di Maio – di fronte alla potenza di fuoco di Usa e Cina l’UE deve dimostrarsi all’altezza.  Non bisogna pensare ad una ripartenza ma ad  una vera e propria ricostruzione, che non riguarda solo un Paese ma l’intera Unione Europea”. Se non c’è questa volontà politica, vorremmo aggiungere, ma vince l’egoismo degli Stati  è inutile discutere sul Mes, sia pure depurato dal controllo degli Stati, è l’Unione Europea che non c’è mai stata. Lo dimostrano i fatti: anche davanti al rischio di un “cataclisma  economico”, come viene sostenuto possibile da eminenti economisti mondiali, l’UE risponde timidamente come se, di fronte ad un cataclisma di questa entità, ci possa essere un salvataggio di un singolo Stato. La follia aleggia sull’Europa, che sta perdendo il senso della realtà: o affronta questa orribile crisi del coronavirus che oltre che ad uccidere, sta devastando tutte le economie, dalla Cina agli Stati Uniti e, possiamo cominciare ad aggiungere, anche della Russia, L’Unione Europea non ha che una strada o sarà all’altezza  o non potrà avere un futuro povero un mercato di importazione, pagando un prezzo altissimo, sul piano civile, politico e sociale.

Lascia una risposta