Il ministro per gli Esteri, Di Maio, ha dichiarato alla Stampa:” In questa crisi l’Europa ha risposto con forza ed io ho fiducia, nell’operato della Presidente della Commissione, von der Leyen. Ora tocca al nostro governo dimostrare di essere all’altezza della sfida. Personalmente dividerei il tema Mes dalla sanità. Con il segretario del Pd Zingaretti, condivido l’idea di un ammodernamento di un sistema sanitario, che deve essere pubblico ed accessibile a tutti. Ma sul Mes, ripeto, che non ho motivo di esprimermi visto che, il Presidente Conte, continua ad affermare che sarà sufficiente il Recovery Fund”. Una dichiarazione che toglie a Di Maio l’imbarazzo di dire la sua, in un Movimento che è spaccato sul fare ricorso al Fondo Salva Stati e che vede, la maggior parte dei parlamentari, contrari a questa soluzione. Inoltre, con questo atteggiamento Di Maio non entra, nemmeno in conflitto con il Pd di Zingaretti, che vorrebbe utilizzare, questa massa di miliardi per, modernizzare l’intero sistema sanitario: dalla preparazione del personale alle infrastrutture. Il motivo è semplice. Di Maio lo ha ripetuto ancora:” Il Premier afferma che non sono miliardi indispensabili”. Di conseguenza il ministro sostiene che è inutile, stracciarsi le vesti, per un problema che non c’è e, semmai, alimentare le divisioni nel M5S. Chi invece preme, perchè il problema approdi in Parlamento, se prendere o meno il denaro dal fondo Salva Stati, sono i due leader della Lega e di FdI, Salvini e Meloni. Il motivo politicamente è semplice: la spaccatura del M5S diventerebbe più che palese così come, la distanza tra i parlamentari, del Pd e quelli del Movimento. Su questo argomento, come noto, nemmeno il centrodestra è unito: ed infatti c’è Berlusconi che preme perchè i 35 miliardi vengano presi ed utilizzati, per modernizzare e riorganizzare la sanità, quindi da ragione a Zingaretti, nonostante Presidente di un partito d’opposizione. Come andrà a finire questo gioco sottile, ma importante, che non riguarda solo se prendere o meno il denaro dell’UE per la sanità, si vedrà nelle decisioni che assumerà il governo Conte, per far ripartire l’Italia. Un problema che non può essere rinviato e dovrebbe trovare, i primi ancoraggi economici, il 17 e 18 luglio a Bruxelles.