Inizia la pubblicazione delle note dolenti di una economia, colpita duramente dal coronavirus. L’Istat ha rilevato che a marzo, indice destagionalizzato, della produzione industriale è diminuita del 28,4%, rispetto a febbraio. Inoltre l’Istitu to di statistica ha anche rilevato che, nel primo trimestre 2020, la produzione è scesa dell’ 8,4% rispetto prevalentemente al trimestre precedente riferito a marzo 2019, indice corretto, per effetto del calendario. La diminuzione è stata del 19, 3% e tutti i principali settori hanno registrato variazioni negative: mezzi di trasporto meno 52,6%, tessili ed abbigliamento meno 51,22%.. Intanto proseguono gli incontri ad un tavolo di trattative tra governo e regioni. I governatori hanno significato che, nel settore commerciale, sono a rischio 270 mila imprese. La risposta, del ministro agli Affari regionali Boccia, è stata conciliante per quanto possibile. Il 18 maggio ci potrebbe essere una ripartenza differenziata, cioè dove gli indici, forniti dalla Sanità nazionale, dirà che, con tutte le cautele nell’osservare le regole, non si corrono rischi di tornare alla fase uno. E sarà dominante il protocollo di sicurezza. Quello che tutti dovrebbero aver capito è che se riparte, in sicurezza tutto il Paese, il governo potrebbe tirare un sospiro di sollievo, per considerazioni tanto ovvie. Se l’economia gira, a pieno ritmo, diminuiscono i problemi per l’esecutivo, il Parlamento e le forze politiche e sociali. Se invece il virus, presente nel nostro come nel resto del mondo, è segnatamente presente in alcune zone del Paese, al ministro Boccia non rimane che prenderne atto e concordare, tutte aperture se possibili. I governatori che minacciano il governo:” O disponete le aperture e il riavvio voi o lo facciamo noi”, non ha senso. Siamo tutti condizionati, da questa terribile Pandemia, che non tende a scemare. Ne sanno qualcosa la Germania e lo stesso Regno Unito, per non parlare degli Stati Uniti. Saggezza vorrebbe che Parlamento, governo, partiti, sindacati e forze economiche imboccassero un’identica strategia, l’unica possibile: quella indicata dalla sanità. Mostrare i muscoli, in questo momento, non serve a nulla o peggio, darebbe una mano al coronavirus per colpire ancora e di far tornare, si spera di no, zone del Paese indietro, alla fase uno.