Roma – Gogna storica, per Merkel e Von der Leyen, per una solidarietà salva UE

L’egoismo tedesco, che capeggia, un gruppo di nazioni dell’Unione Europea: Olanda, Austria e i piccoli Paesi del Nord, egemonizzati dall’economia della Germania, ha costretto Carlo Calenda di ” Azione”, unitamente a sindaci di diverso colore politico e governatori di Regioni dal Pd a FI, a pubblicare su un giornale tedesco Faz, un articolo storico, molto significativo. La Cancelliera Merkel e la Von der Leyen, Presidente della Commissione dell’UE, una volta letta la nota o pagina, si deve credere che si siano  vergognate. E se non l’hanno fatto, hanno sentimenti indefinibili, per la posizione assunta di non voler essere in alcun modo solidali, non solo con l’Italia ma anche con altri Paesi UE, in grosse difficoltà economiche per il coronavirus, il nemico sconosciuto che sta devastando le economie del mondo. Ecco il testo della missiva pubblicata, oggi su ” Il Messaggero” perchè ognuno abbia la possibilità di capire, chi guida da sempre, l’Unione Europea, non quella dei Padri fondatori, ma per fare gli interessi, di un solo Stato. In questa occasione non rammenteremo, come ha agito la Germania nei confronti dei Greci e nemmeno, i guasti provocati dalla Troika, ad un Paese che vanta una storia di elevato valore a cui il mondo guarda ancora, dopo millennio, con grande rispetto. Ecco Il testo della lettera:” Con il coronavirus, la storia è tornata in Occidente, dopo trent’anni in cui l’unica cosa  rilevante è stata l’economia, oggi la sfida, torna ad essere, come in passato , politica, culturale e umana. La prima sfida riguarda l’esistenza stessa dell’UE. E se non dimostrerà di esistere, cesserà di esistere. L’Olanda capeggia un gruppo di Paesi  che si oppongono a cambiamenti necessari pet tutti,  e la Germania, come è più volte accaduto, sembra volerla seguire. Il debito della Germania, dopo il 1945 era enorme 29,7 miliardi di marchi dell’epoca. La Germania non avrebbe mai potuto pagarla. Nel 1953 a Londra, ventuno Paesi, tra cui Francia, Italia, Spagna e Belgio consentirono alla Germania di dimezzare ( dimezzare, ndr) il debito  e di dilazionare i pagamenti della somma restante. In questo modo la Germa nia potè evitare il default. Di quella decisione dell’Italia, siamo ancora oggi convinti ed orgogliosi”. Va aggiunto che quello che chiedono: Italia, Francia, Spagna, Grecia, Malta, Slovenia e Belgio non è un tipo di solidarietà, dove gli Stati contrari, ci rimetterebbero un centesimo. Si tratta solo una nuova misura per una vera Unione Europea che non può essere lasciata, al “laccio”, di una o più nazioni economicamente più forti.  I Paesi in difficoltà, sanno perfettamente nel chiedere solidarietà, che dovranno pagare il debito contratto, non già, con il ” Salva Stati”, misura prevista dall’Unione ma superata dalla storia che prevede, per chi ne facesse ricorso, di perdere ogni ambizione di sviluppo e piena occupazione. In verità, in una ricostruzione storica, negli anni passati, feci in televisione le identiche considerazioni, oggi di Calenda e amministratori di enti locali.  L’occasione fu offerta dall’azione costante dell’Italia, per la riunificazione di una Nazione che era stata divisa, territorialmente e culturalmente,  tra gli eserciti vincenti, dell’ultima guerra mondiale. La nuova generazione dei tedeschi non dovrebbe ignorare, chi ha aiutato questo popolo, non solo a non rimanere schiavo, dei Paesi vincitori della spaventosa guerra, ma anche a favorirne, lo sviluppo e l’attuale, agiatezza. Se la Merkel, vicina al tramonto politico, dopo tanti anni di dominio quasi assoluto anche del’UE o la Von der Leyen, non apriranno l’Unione alla solidarietà, senza che nessuno dei non debitori, ci  rimetta un cent, la loro storia che verrà scritta diventerà un calvario, per egoismi, da far tornare l’Europa ai nazionalismi ed alle diversità culturali, fonte inesauribile di gravi incomprensioni e conflitti… economici. Il pallino l’hanno in mano la Cancelliera e la Presidente della Commissione, due tedesche che possono, con decisioni coraggiose non onerose, garantire all’Unione lunga vita, con altri valori e altre prospettive.

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