Roma – La P.A. vicino al saldo del denaro dovuto ai creditori 2015 – 2019

La P.A. sta accelerando i pagamenti alle imprese o ditte creditrici, ed è arrivata al 95% degli importi presentati su fatturazioni precedentemente controllate. Questo è il risultato dell’ultima analisi economica pubblicata  dal Mef relativo al quinquennio 2015 – 2019. I dati della piattaforma peri crediti commerciali  di maggio 2020  confermano questi dati. Le fatture ricevute e pagate ammontano a circa il 94,8% dell’importo totale pari a 140 su 148,2 miliardi. Un capitolo che sta per chiudersi e che ha provocato un pesante contenzioso tra P.A. , imprese e fornitori. In verità lo stop è stato determinato anche da una fatturazione incompleta per quanti dovevano provvedere ai pagamenti. E, non pochi dirigenti si sono rifiutati di provvedere a liquidazioni con il dubbio che era tra un carteggio probante ed incompleto. Fatto sta che per vari anni imprese e fornitori chiedevano pagamenti e dirigenti insistevano per ottenere una documentazione completa, com’era più che giusto. Disguidi dovuti a impreparazione o faciloneria? Un fatto è certo se una somma va liquidata deve corrispondere esattamente a lavori o forniture effettuate senza nessun dubbio. Non in un solo caso la docu mentazione che accompagnava la liquidazione era incompleta, così come in molti casi, il capitolo di spesa non consentiva pagamenti in quanto non c’erano fondi disponibili. Bene che questo capitolo si stia per concludere per non riaprirlo più. Stato, Regioni Comuni spendano quello che possono e non dovrebbero avere nessuna possibilità di sforamenti, altrimenti la storia dell’indebitamento dello Stato ed Enti locali non può che nuocere agli investimenti, crescita ed occupazione. Il Premier Conte, può anche rispondere alla Cancelliera Markel, che, sul recovery fund o sul Mes, deciderà lui insieme al govern italiano, dopo una sollecitazione di prendere il denaro messo a disposizione anche dell’Italia. Ma il Premier non dimentichi mai la storia economica, della nostra Nazione, dall’Unità d’Italia fino ai giorni nostri e si chieda, se sarà mai possibile riuscire ad allinearsi, ai deficit strutturali che riguardano tutte le nazioni. Una domanda interessante in quanto riguarda molto da vicino le riforme da fare e non da rinviare ancora.

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