Degradante lo scontro tra i governatori delle Regioni a dimostrazione, di una immaturità che merita di non essere seguita. Come è sempre accaduto, ma in termini completamente diversi nel divario tra Nord e Sud dello stivale , c’era una polemi ca, non tanto sotterranea, su sviluppi completamente diversi. Ma non si era mai giunti, ai livelli attuali, più utilizzati per linguaggio ai mercati rionali. Una dimostrazione in più per rivedere l’autonomia, prevista dalla Costituzione e per mettere al sicuro i settori più delicati ed irrinunciabili come la salute pubblica. Oggi c’è stata un’altra notizia sconvolgente, tanto per portare un esempio che apre, una discussione su una superiorità culturale ed organizzativa della sanità Lombarda, su tutte le altre. I decessi sono stati 809, il dato più rilevante dal 12 aprile, e ben 761 avvenuti proprio nella regione del Nord che, pretende, primati nella sanità rivelatisi discutibili. Non sappiamo di più e ci fermiamo ad una constatazione punto e basta. Intanto, c’è il bollettino della Protezione civile, non più in conferenza stampa. I contagiati sono 175.925 con un decremento di 3.491 nelle ultime 24 ore. Giù anche i decessi 482 contro i 525 di ieri nel totale si è a quota 23.227 molti, in proporzione ai contagiati e guariti, che sono 44.927 cioè 2.200 in più nelle ultime ore. I ricoverati in terapia intensiva 2.733 con un decremento di 79 pazienti. Fino ad oggi sono stati eseguiti 1.305.833 tamponi. Ma il vero problema comincia a verificarsi nelle abitazioni. Le famiglie, comunque composte, non abituate per un periodo così lungo, a restare tra le mura di casa, cominciano a mostrare stanchezza che finisce per alimentare discussioni interminabili, anche per argomenti inesistenti o per la scelta, del programma televisivo, da guardare dopo cena. Per non parlare delle famiglie con bimbi piccoli che mostrano tanta voglia di uscire per giocare con gli amichetti. E c’è il grosso problema anziani e vecchi, abituati ad uscire per una una passeggiata, semmai breve, e alla partita a carte con relativo sfottò o, alle interminabili discussioni, sulle partite di calcio. Questa consistente categoria di persone, che ha consumato la vita lavorando, oggi si sente perseguitata, dal coronavirus che li uccide, dalla famiglia che impedisce uscite e persino di vedere i nipotini. In molti, fino a pochi giorni fa erano gli anziani che li accompagnavano a scuola per essere ripresi all’uscita e, in molti casi, pranzavano con i nonni per essere, ripresi dai genitori, al rientro da lavoro intorno alle 17. Queste persone si vedono perse: non possono vedere figli e nipoti, fare la partitina a carte o poter discutere delle partite di calcio. Soffrono molto tanto che, per quanto è stato possibile sapere da qualche farmacista, il che non può fare notizia ma il fenomeno si sta palesando, c’è chi tra i 70 e gli 80 anni fa uso, di tranquillanti blandi, consigliati dal medico di famiglia. Una situazione molto difficile che richiede molta attenzione. In questo casi proprio dalle giunte regionali e unitamente alla Asl. che dovrebbero pensare, oltre che alla ripresa, anche ad evitare malesseri che, ad una certa età, possono solo peggiorare, secondo più di un geriatra.