Ci possiamo fermare ad una enunciazione che non è politica ma, pura sintesi di una verità:” L’Italia è ferma”. Alitalia, Ilva, Autostrade Spa, infrastrutture, progetti finanziati sul tavolo del ministro ed ora, a tutto questo disastro, si andranno ad aggiungere quegli interventi, per la crescita, studiati dal Piano Colao, ad un passo, dagli Stati Generali. Colao, ha studiato la strategia senza preoccuparsi minimamente, come era giusto che fosse, quali potevano essere le forze politiche a favore e quali contro. Il discorso del ” ricostruttore” è stato un altro: “Mi è stato chiesto di coordinare il lavoro delle task force per investire, in modo credibile per sviluppo e occupazione, le risorse concesse, dall’Unione Europea con le disponibilità italiane da racimolare, e questo è stato fatto. Su quello, che andrà bene o no, è compito del governo, forze politiche, Confindustria, Pmi, organizzazioni dei lavoratori. I documenti con 102 proposte sono state consegnate per una valutazione. Il nostro compito è terminato ed ora inizia quello della politica”. Insomma che il Piano elaborato non piaccia, al Pd e M5S, a Colao non interessa nulla e se, in parte non piace nemmeno al Premier che lo ha chiesto, tanto per indicarne alcuni: condoni e precari, è un problema di Conte. Ed è giusto anche quello che ha affermano Leu :” Ora decide la politica” ci mancherebbe. siamo o no in democrazia. Se poi c’è chi ha apprezzato, semmai alcuni segmenti dell’intero lavoro come ha dichiarato, dopo averlo guardato con attenzione a Matteo Renzi, a Colao non interessa più di tanto. Tutto il compendioso lavoro è stato fatto gratuitamente per fornire idee e cercare di disincagliare, la nave Italia, da fondali bassissimi… dove l’acqua e poca e le eliche… sono incagliate da tempo. E’ singolare però che un Premier chiede un Piano di Sviluppo, impegna le buone menti del Paese e, una volta richiamato dai partiti per dirgli :” Ma che Colao e Colaio… ma che… Stati Generali non abbiamo tempo, l’Unione Europea vuole la strategia, completa e fruttuosa per il nostro Paese, per liberare il denaro che è disponibile da darci”. Solo a quel punto Conte ha fatto un salto indietro per affermare che, il lavoro di Colao. sono solo indicazioni: niente di più e niente di meno. Intanto però il tempo passa mentre le scelte vanno fatte a passo di carica. Passo che il Premier non conosce, lui è e rimane un ” culo di pietra” quale docente universitario e avvocato ed ha bisogno di tempo per far coincidere, la sua impostazione professionale con quella che viene illustrata dalle forze della coalizione, datoriali e lavoratori. Questo è il momento di una pioggia di proposte che dovrebbero mettere, lo speriamo tutti, sulla giusta linea di navigazione il “bastimento Italia” per un percorso che dovrebbe durare 10 anni, certamente non con lo stesso governo ed anche con una maggioranza diversa per il tempo intercorrente tra quest’anno e il 2030. Ma le scelte bisogna farle ora ed è questa la grande responsabilità: strategia giusta ed obiettivi condivisi, non solo dal Parlamento italiano ma con i suggerimenti, sia pure molto ampi, già avanzati dalla Commissione Europea. Ecco il punto: Riuscirà Conte, più portato a rinviare o tentennare a tagliare questo complesso traguardo? A questo interrogativo possono rispondere, solo gli alleati di governo, che potranno stringere la ” capezza”al Premier ed aiutarlo a decidere nei tempi corti previsti. Dall’Unione si è ottenuto e si può ottenere ancora ma ora tocca a noi convincere l’Unione che quel denaro davvero non servirà solo a noi ma anche a loro per le possibili ed auspicate connessioni. Al lavoro, quindi, con i sì e non con i no o i si vedrà. Male l’opposizione: Lega e FdI dovevano andare a parlare con il Premier, cosa che forse Tajani, vice di Berlusconi farà.