La Conferenza Stato – Regioni ha espresso, parere positivo per le linee guida del governo sulla riapertura delle scuole, che avverrà il 14 settembre. Contro l’accordo solo il presidente della Campania, De Luca, che ha insistito nelle sue critiche. Soddisfatti, anche i ministri alle Regioni Bocca e alla Salute Speranza. Il Presidente della Conferenza della Regioni, Bonaccini, ha ritenuto sufficiente la decisione assunta dalla coalizione e, fatta propria, dal ministro all’Istruzione Azzolina, di stabilire un metro, tra tra uno scolaro o studente ed un’altro e di stanziare, un miliardo per adeguare gli edifici scolastici, alla nuova normativa. La storia si dice comunemente è maestra di vita, ma in questa vicenda della scuola nessuno ha rammentato, il periodo dell’ultima guerra mondiale e quello successivo, quando scolari e studenti, sono andati in aule dove, al posto dei vetri c’erano cartoni e il riscaldamento ” assicurato” da un braciere oppure da una stufetta. I banchi non esistevano, sostituiti da una tavoletta, che ognuno si era fatta costruire, dal suo falegname. L’illuminazione delle aule “garantita” da una o due lampadine. Anche oggi, il mondo intero è in guerra contro il Covid – 19 e sta cercando il sistema per evitare che i giovani vengano contagiati: nulla di più giusto. Ma se ministri, professori, insegnanti e genitori avessero letto, alcune pagine della storia di quegli studenti o scolari di quegli anni, avrebbe polemizzato di meno e compreso che quanti hanno dovuto apprendere, in condizioni di elevato disagio, non è uscito dalle elementari, medie e superiori, somaro, anzi è vero l’esatto contrario. Docenti ed insegnanti si sono sacrificati, come riportano le cronache, nel trasmettere il sapere di cui erano dotati e, scolari e studenti, invece di lamentarsi, hanno fatto di tutto per apprendere. Nessuno si meravigli se, quei ragazzi degli anni ’40, diventati professionisti, impiegati o altro negli anni ’50 e ’60 sono stati i protagonisti, di quell’ormai dimenticato miracolo economico italiano, che meravigliò il mondo intero. Certo siamo in guerra con questo virus e non possiamo che essere molto prudenti se si considera ache quello che il Professore, Ranieri Guerra, direttore aggiunto all’Oms, ha detto ad Agorà su Rai 3, in merito ad una lettera di esperti. Sanitari di peso hanno asserito che l’ emergenza è finita. Il Professore Guerra è invece del parere, che questo virus si stia comportando, come avvenne per la spagnola, si è nel campo delle ipotesi. Durante l’estate di quel tempo sparì, salvo qualche piccolo focolaio, per poi riesplodere nei mesi di settembre ed ottobre quando, con la seconda ondata, fece circa 50 milioni di morti. Certo la sanità di oggi non è quella di un secolo fa, le conoscenze attuali non sono quelle del 1918, e comunque speriamo che il paragone del Professore Guerra rimanga ipotesi. Ma bisogna fare tesoro di tutto, da come riorganizzare il mondo della scuola, a rimodulare i nostri comportamenti indispensabili per evitare i focolai. Tutti sappiano che dobbiamo essere responsabili nel difendere, vita ed economia, e che ognuno può fare molto non offrendo alcuna possibilità di contagio, semmai, per una stupida distrazione.