Roma – Ore 12: bandiere a mezz’asta. Un popolo in lutto per le vittime del Covid

Bandiere a mezz’asta, per il lutto che ha colpito, tantissime famiglie italiane. Hanno partecipato all’iniziativa dell’Anci, anche il Quirinale e il Vaticano. I sindaci, con la fascia tricolore hanno, sostato davanti ai municipi, unitamente agli altri amministratori. Un segno importante, di unità nazionale,che si va ad aggiungere ad altre iniziative, di vera solidarietà, che si sono sviluppate, lungo lo stivale, durante questo lungo periodo di ” arresti domiciliari” dovuti all’infezione del coronavirus che, oltre ad uccidere persone, ha colpito al cuore tantissime economie, anche molto floride, facendo precipitare, l’ormai famoso Pil, di molti punti. Un esempio per comprendere come Covid – 19 ha messo a soqquadro l’economia. La Cina, per calcolo della Banca Mondiale,  avrebbe raggiunto il 5.6% nel 2020, peggiore risultato dal 1990. Invece dovrà accontentarsi del 2,5% se tutto andrà bene. Ma torniamo a casa nostra, per parlare dei problemi che vanno affrontati e che non costeranno pochi sacrifici. Secondo il Centro Studi di confindustria il Pil, nei primi due trimestri dell’anno in corso, è precipitato a meno 10% e non si sa, cosa accadrà, con questa guerra scatenata da un nemico che non conosciamo ancora bene, tanto da poterlo eliminare. Non solo la nostra economia è stata colpita duramente, insieme a quella italiana se ne possono contare, almeno altre otto o nove solo in Europa. Per la ripresa le produzioni  vanno aiutate, per riprendere quota e di conseguenza lavoro a quanti, oggi, sono costretti a casa per evitare altri contagi. La nostra nazione ha attraversato, va rammentato, anche crisi peggiori che è riuscita a risolvere, grazie alla bravura delle nostre maestranze e ad un mondo, di piccole e medie industrie, che riesce ad alimentare, un mercato interno e ad una esportazione continua. Imprenditori e lavoratori che si sacrificano e che, alla catena di montaggio o all’attrezzo, semmai inventato da loro stessi, fanno prodotti unici e quindi vendibili. Questo popolo, di gente che, ai vari livelli lavora  non ha contezza delle sue capacità. Ed è una carenza di autostima se si considera che, gli emigranti nel mondo, per ammissione degli stessi governanti di quanti li hanno accolti, sono riusciti ad arricchire Paesi europei fino agli Stati Uniti. Un popolo che, davanti al Capo della protezione civile snocciola, come una cantilena, i terribili dati dei morti, contagiati, dei guariti, dei medici ed infermieri morti, nell’adempimento del loro dovere, oggi  arrivati a quota 66 sanitar. Questo popolo, ha inventato un modo per sentirsi unito: esponendo la bandiera italiana, cantando l’inno nazionale da finestre e balconi ed i bambini, disegnato, cartelli con un grande arcobaleno, con le scritte:” Iorestoacasa”, oppure:” tuttiinsiemecelafaremo”. Un popolo che scalpita, ristretto nelle mura di casa e che, non vede l’ora di tornare a produrre, senza dimenticare quanti hanno continuato ad operare da casa, utilizzando l’informatica, e cambiando di fatto, il modello di essere per forza in ufficio. Certo è mancato il contatto umano ma la cosa più importante, che si sta rivelando vincente, è come questo popolo riesce a tirare fuori il meglio di se, affrontando le avversità. Ci sono stati, come sempre i furbi, che hanno lasciato segni inequivocabili, dei loro spostamenti non autorizzati, con i tracciati dei cellulari. Persone che hanno messo a rischio non solo la loro salute ma anche quella della loro famiglia. Farà bene la giustizia a colpirli. Occorre armarsi ancora di pazienza e seguire le indicazioni del ministro alla Salute, Speranza, che riceve istruzioni dall’Istituto Superiore di Sanità. Anticipare i tempi potrebbe significare vanificare tutti gli sforzi fatti fino ad oggi per difenderci dall’aggressivo coronavirus.

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