La coalizione di governo è in un tunnel che ha due uscite: o risolve i problemi economici con l’Europa o si troverà a fare i conti con la piazza. Non c’è un’altra alternativa. Il Premier Conte, dopo una serie di incontri in Europa e con la Presi dente della Commissione von der Leyen, ha ottenuto che il problema solidarietà, assente nel linguaggio UE, trovasse uno spazio non si sa ancora quanto grande. Una nuova linea economica europea che trova l’opposizione di molti Paesi dell’Unione. Per lo più Nazione dell’Est e del Nord Europa, non solo, se si considera che c’è anche l’Austria contro. Il discorso avviato, ha trovato ostacoli, ma anche importanti adesioni, sul concetto, non sulla quantità delle possibili erogazioni di euro e nemmeno sui tempi. Se ne parlerà a Bruxelles, come stabilito da Michel, il 17 e 18 luglio prossimo. Il governo di Roma, come comunicato anche al Commissario Gentiloni, ha necessità di riavviare le attività produttive e commerciali il più presto possibile. Le motivazioni sono note: il fermo imposto per il Covid – 19, ed era una condizione, in sofferenza, già da prima dell’epidemia. L’Unione Europea ha invitato Roma a varare progetti, immediatamente esecutivi, e che siano utili alla crescita e occupazione, da portare all’esame dell’Ue a settembre. Ma per procedere occorre che i vari ministeri sappiano, per coordinarsi e fare delle scelte, la disponibilità finanziaria che, l’Ue e la Bce, metteranno a disposizione. I tempi ristrettissimi non agevolano chi deve materialmente operare ed inoltre, c’è il problema liquidità per industrie, grandi e piccole, attività artigianali e commerciali. Un imbuto nel quale deve passare tutto ma soprattutto evitare che chi produce o commercia, comunque da lavoro, davanti all’incertezza, sui tempi e quantità di denaro ottenibile, si spaventi e chiuda, mettendosi alla “finestra” a studiare cosa accade o cosa potrà accadere. Tutto questo con l’incognita di un virus, che deve essere tenuto a bada, con un comportamento, attento e responsabile di tutti, per evitare che il Covid – 19 produca altri danni, non solo in termini di vite umane ma anche economici. In questo scacchiere molto difficile, oggi da Piazza del Popolo a Roma, è arrivato l’altolà al governo, dai metalmeccanici, che hanno attaccato sull’occupazione, chiedendo garanzie per il lavoro. Pensare che l’Italia possa affrontare questa situazione senza l’aiuto dell’UE è da matti. Pensare che l’Unione abbia capito fino in fondo il ruolo vitale che ha, in questo tempo, nei confronti di uno Stato membro in grosse difficoltà, è difficile. Le dichiarazioni, dei capi di Stato o di governo, sono tante e non tutte favorevoli, alle richieste italiane, come di altri cinque stati. Ci sono ancora troppe incertezze ed incognite per creare quel clima particolare necessario ad ogni ripartenza. Non solo governo e coalizione ma tutte le forze politiche, sindacali e datoriali, devono trovare la forza di collaborare per riavviare la Nazione bloccata. Le forze politiche hanno una grande responsabilità: o un accordo onorevole. Gli scontri, di tutti contro tutti, produrrebbero altri guasti forse irreversibili.