E’ polemica dura tra governo e Confindustria, e questo è un male, per la ripresa e per il rilancio dell’economia nazionale. Il ministro all’Economia Gualtieri ha sostenuto che ” …e’ bene dialogare con tutti , costruire un grande patto con le forze sociali, economiche e produttive e che bisogna dialogare anche con l’opposizione”. Questo il ministro ha dichiarato a “mezz’ora” la trasmissione della Rai, e non ha mancato di sottolineare che “… governi di grande coalizione non sembrano una soluzione utile in questa fase. Serve invece – ha proseguito il ministro – un piano ambizioso per la ripresa. Le critiche del Presidente di Confindustria, Bonomi? Alcune parti della sua intervista a Repubblica sono ingenerose, tenuto conto anche del dialogo che c’è stato, tra la sua organizzazione, e il governo. Appare evidente che, dopo l’appello delle imprese sulle risorse valuteremo tutto, anche il Mes e Sure. Intanto diciamo che potrebbe essere possibile chiudere il negoziato con l’Unione Europea entro luglio. L’Aspi? – ha concluso il ministro – soluzione a breve”. Ma il presidente di Confindustria è andato giù pesante:” Questa politica rischia di fare più danni del Covid. Un giudizio che mette in discussione l’intera politica economica governativa sbagliata. Il motivo – secondo Bonomi è semplice – in autunno molte imprese non riapriranno i battenti , oppure, si dovranno ridimensionare. Non sappiamo – ha precisato il presidente – cosa accadrà domani, non sappiamo nulla delle commesse, degli ordini e dei fornitori. Bisognava puntare sulla crescita e dove si allocano, queste risorse si ha la crescita, se l’allocazione è giusta. Pensare di aumentare l’occupazione ed una vera ripresa, con provvedimenti a pioggia o per decreti, è sbagliato, così come è sempre stato”. Lo scontro non è iniziato oggi ma, sin dalla nomina di Bonomi, alla presidenza di Confindustria, c’è stato il tentativo di convincere il governo Conte, ad una politica che salvaguardasse e rafforzasse la produzione, e le attività connesse. Due punti di vista che hanno diviso più governi, nella storia repubblicana. Le risorse dello Stato, anche quelle disponibili sono bloccate, dalla palude della burocrazia, così come lo sono gli investimenti privati. Occasioni perdute per far ripartire l’Italia a queste, si devono aggiungere – affermano gli industriali – che solo una politica d’investimenti che veda tuttie insieme: risorse pubbliche e private con accordi pre – determinati con la forze sociali. I due discorsi, quello del ministro all’Economia e del presidente di Confindustria possono trovare, una comune soluzione limando gli spigoli, diversamente la ripresa sarà, molto più difficile e le risorse pubbliche non sufficienti per risalire dal fondo dove siamo finiti. Non è questo il tempo della politica ” pensata o suggerita in epoche diverse” ma è invece il tmpo degli accordi con tutte le forze che possono aiutare il Paese, chiudendo le porte alla burocrazia. Che si lavori ed i controlli si facciano dopo: chi avrà sbagliato pagherà. Ora è giunto il momento di cambiare molte cose in Italia, oppure si sceglierà di restare nella palude per un tempo indeterminato.