Quarto giorno dei lavori a Villa Pamphili, dove il governo ha ascoltato, nell’ambito degli Stati Generali, i vertici di Confindustria, Cofin, Ance, Anfia, Confapi, Confedilizia, e Unimpresa. Il Presidente Bonomi, per Confindustria, ha ricordato al Premier che la Cig pagata, è stata anticipata dagli industriali e così sarà anche per le altre quattro settimane. Ed ha invitato l’esecutivo a restituire 3,4 miliardi di accise energia pagate, impropriamente dalle imprese, come stabilito dalla sentenza della Cassazione. Il Premier ha insistito sul confronto:” Prospettiamo il rilancio che ha, tra i vari capitoli, la spinta della fibra ottica, e 5G, riforma della Giustizia e Fisco. Il Consiglio UE di venerdì – ha precisato Conte – ha ancora una formula consultiva. Per il voto, sul quadro finanziario, manca la proposta formale del Presidente Michel che speriamo giunga al prossimo consiglio in modo risolutivo. La posta in gioco – ha proseguito Conte – è la tenuta economica e sociale del Continente. L’UE dimostri di essere una comunità di interessi. Noi non accetteremo mai compromessi al ribasso . L’Italia ha chiesto un finanziamento straordinario, a lungo termine, e ci sia prima possibile il consenso sull’azione tempestiva del Recovery Plan o sarà un fallimento”. Il governo sta lavorando, senza sosta, per essere pronto ad utilizzare le risorse dell’UE. E dopo l’ampia consultazione sarà possibile elaborare un piano di rilancio con un più specifico Recovery Plan. Quando sarà pronto il governo lo porterà in Parlamento per raccogliere proposte migliorative”. Una dichiarazione fatta in Aule parlamentari durante una informativa.” Le posizioni – ha aggiunto Conte – restano lontane ma le risorse saranno la base importante per il rilancio del nostro Paese. Serve la collaborazione di tutti e una forte coesione sociale”. Ma lo scontro tra maggioranza ed opposizione, si fa ogni giorno, più duro. Durante l’informativa del Premier i parlamentari della Lega e i FdI sono usciti. l’on. Molinari ha risposto a Conte:” Da avvocato del popolo è diventato il liquidatore fallimentare del nostro Paese”. Il leader della Lega Salvini, al Senato, ha risposto al Premier:” Il Parlamento è il luogo delle scelte, non delle informative o di quello che viene deciso altrove. Il Parlamento non può essere trattato, come una dependance, di ville lussuose e di corti europee”. La guerra è totale e poteva finire diversamente se la coalizione di governo, avesse seguito i consigli, espressi sia pure sottovoce, dal Presidente della Repubblica, il quale dall’alto della sua esperienza aveva ben compreso che l’Italia, per uscire da questo ” crepaccio”della sua storia, determinato non solo dal Covid ma da anni di problemi, puntualmente rinviati aveva bisogno, non solo di una maggioranza molto coesa, ma anche di una opposizione considerata in grado di fornire soluzioni per coinvolgerli, in una risalita economica molto difficile. Ora Conte e la coalizione, in difficoltà per le gravi vicende che stanno accadendo nel M5S, sempre più vicine ad una resa di conti e ad una potenziale scissione, avrebbe avuto vita meno complicata. La politica la può fare chi riesce a prevedere almeno l’immediato futuro. Ed è un’arte che non ammette, per il bene del Paese, ripicche o vendette e soprattutto credere, in democrazia, di poter operare o decidere in splendido isolamento.