Gli italiani hanno festeggiato la liberazione, della venticinquenne Silvia Romano, la cooperante liberata dopo 18 mesi di prigionia. Una liberazione inseguita, tenacemente, dai servizi italiani, turchi e autorità keniote. La giovane, giunta da Mogadiscio a Ciampino, indossava gli abiti musulmani, ed è stata accolta calorosamente dal Premier Conte, ministro per gli Esteri Di Maio e dalla sua famiglia. Dopo gli abbracci commossi di tutti e i controlli anti Covid19. è stata dirottata ad una caserma del Ros, dove i magistrati l’anno ascoltata, per quattro interminabili ore. Lei ha dichiarato, di essere stata spostata in più covi sempre in centri abitati. Di non aver subito alcuna violenza ed anzi sempre rispettata. Durante i 18 mesi, ha chiesto il Corano e, con l’aiuto dei carcerieri, ha imparato un pò di arabo, per capire quello che leggeva. Chi la teneva segregata, prima delinquenti e poi gruppi armati, tenevano molto alla sua conversione all’Islam. Il Premier ha parlato di una” bella giornata” ed ha anche rivelato che da mesi sapevano ma è stato mantenuto, il più rigoroso silenzio, anche con la sua famiglia. Di Maio invece ha rimarcato:” Siamo riusciti in una impresa molto complicata. Ora tocca ad altri sequestrati: Lo Stato c’è e l’Italia non lascia da solo nessuno”. La giovane Silvia, ha un temperamento molto forte e lo ha dimostrato non solo nei 18 mesi di prigionia, dove non ha vacillato mai con i quattro i gruppi che l’hanno tenuta prigioniera. La trattativa non è stata facile, come si può immaginare, così come si può essere certi che è stato pagato un riscatto. I magistrati sanno praticamente già l’essenziale, ma torneranno a sentire la cooperante per capire perchè era stata scelta lei. In questo lavoro difficile, Silvia è una delle tante che, con raro spirito di solidarietà ed altruismo, cercano di rendere meno pesante la condizione di popolazioni africane, che vivono una condizione difficilissima. Su questo caso si può scrivere un libro, ma oggi come oggi, le notizie sono frammentarie e non sempre coincidenti, tra quello che viene attribuito a Silvia e quel poco che affermano i genitori, felici come non lo potranno mai essere di più. Giunta a casa è stata accolta, da applausi e campane a festa, delle chiese. Una storia finita bene per la capacità e la bravura, non solo degli 007 italiani ma anche di quelli turchi che, avevano ” amicizie” diverse e quindi anche informazioni utilissime, non a conoscenza, dei colleghi italiani. E le autorità Keniote sapevano e, non hanno fatto nulla per non guastare i piani, già pronti, per la liberazione di Silvia Romano. La giovanissima Silvia, dopo 18 mesi, questa notte dormirà nel suo letto e sotto il suo tetto. C’è chi ha già anticipato che, la cooperante ha intenzione di tornare in Africa, dopo una pausa non lunga di riposo. Ci sembra prematuro parlarne adesso: lasciamo che la famiglia Romano si goda questo ritorno della figlia sana e salva, dove non l’hanno costretta nè ad un matrimonio e nè c’è stata violenza. Lei stessa ha ripetuto:” Mi hanno sempre rispettata e rassicurata che non mi avrebbero uccisa”. Stiamo a queste importanti dichia razioni e alla sua conversione …all’Islam. E godiamoci anche noi una notizia lieta, in un periodo in cui, è tanto difficile poter essere non felici ma almeno sereni.