Washington – L’America a soqquadro per l’uccisione di Floyd. La rivolta continua

Dilaga in tutti gli Stati Uniti la dura protesta per l’uccisione dell’afroamericano Floyd, ucciso dall’agente di polizia Derek Chauin, a Minneapolis. La vittima è stata soffocata con un ginocchio sul collo, in presenza di altri agenti, nonostante il manifestante urlasse:” Non respiro più”. Questo assassinio ha scosso profondamente l’America dove sta accadendo di tutto. Agenti e dirigenti della polizia che mettono un ginocchio a terra ,in segno di protesta per la repressione in atto, così come mostrano, il loro dissenso, gli atleti. Si può ben dire America in rivolta: coprifuoco in 20 Stati e 40 città. A New York un Suv della polizia ha travolto, i dimostranti e si devono lamentare, altre persone uccise. Arrestata persino la fi glia del Sindaco De Blasio ed anche due cronisti, che stavano facendo il loro lavoro, per documentare quello che stava accadendo. Il Presidente Tramp, anche oggi, davanti alla folla inferocita assiepata vicino  alla Casa Bianca, è stato portato dalla Sicurezza, in un bunker sotterraneo e il processo all’agente omicida è stato rinviato, il clima non lo consentiva. Afroamericani e bianchi, tra l’altro armati con fucili e pistole, guidano la protesta contro lo strapotere della polizia e di unità speciali dell’esercito, scagliati contro i manifestanti. Una Nazione civile difende i diritti di tutti e non può sopravvivere a se stessa, attuando una discriminazione che è presente, in tutti gli Stati Uniti. Un popolo formato  da tante  etnie diverse, lo abbiamo già sottolineato in altre occasione, deve rispettare il diritto di tutti. Se L’America è quella potenza, economica e militare riconosciuta in tutto il mondo, lo deve all’intero popolo che ha lavorato con impegno e partecipazione a rendere, gli Stati Uniti quello che è oggi. I fatti accaduti e, che si stanno sviluppando, dimostrano che non è stato superata la pesante discriminazione e che non c’è, volontà politica di raggiungere l’obiettivo di amalgamare gli americani sotto uno stesso tetto, sia pure con culture diverse. Se questo non avverrà gli americani rischiano, vere e proprie guerre civili, che potrebbero scoppiare anche per motivi, molto meno gravi dell’uccisione di Floyd, diventato un simbolo. E non sarà la condanna dell’agente, anche a 30 anni,  a cambiare quell’odio che serpeggia, tra le tante etnie, ma occorre una politica vera, sociale ed economica ed una magistratura indipendente in tutti gli Stati. Questo è il vero tallone d’Achille degli Stati Uniti e non sembra ci sia molto tempo per evitare il peggio.

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